Le scuse che i russi non hanno mai fatto agli ucraini
Alla fine, a due anni e mezzo dall’inizio dell’invasione su vasta scala della russia in Ucraina, gli expats russi, dissidenti o meno che siano, in disaccordo con il regime di putin hanno dimenticato di fare una piccola cosa, una cosuccia da niente: chiedere scusa agli ucraini. Eh sì, perchè è facile dire di essere contro putin al sicuro qui in Europa, più difficile, a quanto pare, ammettere che la colpa del genocidio degli ucraini non è colpa di un uomo solo, ma di un sistema di cui, volenti o nolenti, anche loro fanno parte.
Il riposizionamento dei russi
La legittimazione a non scusarsi però gliela abbiamo data ovviamente noi polli d’occidente, in attesa trepidante del messia giunto da mosca per riaprirci i rubinetti del gas a buon mercato. L’opinione pubblica internazionale (quella italiana poi non parliamone) spesso ha messo sullo stesso piano, egualmente vittime, gli ucraini aggrediti, bombardati, stuprati e uccisi con i russi che solo a parole si contrappongono al regime di putin. Come è possibile direte voi. Onestamente non lo so. La fascinazione collettiva di certa stampa e certi personaggi politici verso la russia è ancora forte, impermeabile a qualunque evento pur colossale che sia.
Ancora oggi sembra che, dopotutto, sia molto più importante tenersi buono qualche russo che ascoltare e fidarsi degli ucraini, come se i figli di mosca godano ancora di un’alta reputazione mentre quelli di Kyiv siano i soliti quattro campagnoli che strillano avanzando pretese assurde. Beh, fatemelo dire, la verità sta proprio dalla parte opposta, questa è solo la semplice, banale e infinita retorica propagandistica che ha avvelenato il dibattito pubblico in questi anni. I poveri russi vittime del loro stesso sistema non si può proprio sentire.
Gli ucraini hanno avuto il merito di aprire gli occhi al mondo intero sulle reali intenzioni della russia di destabilizzare non solo Kyiv, ma tutto il globo. Hanno smascherato il bluff di putin che ora, grazie all’incursione dell’esercito ucraino nella regione russa di Kursk è costretto a bombardare i suoi propri villaggi, segno che le pretese ucraine di armamenti avanzati e supporto strategico dei partner occidentali erano legittime e sacrosante. E allora perchè ancora tutta questa deferenza verso dissidenti politici e “russi normali” che, in soldoni, non hanno fatto una beneamata mazza se non cercare di salvarsi la faccia?
E’ interessante notare il riposizionamento quasi immediato della retorica dei cosiddetti russi buoni, quelli che hanno capito prima degli altri che tra scommettere su un uomo solo (putin) e sul mondo intero è meno scemo scommettere sul mondo.
Anche la loro è propaganda che, anche con tutta la fantasia che possiamo metterci, con l’Ucraina e la guerra in corso c’entra veramente poco. Se nella confusione iniziale era possibile sperare di cogliere un sincero interessamento al dolore provocato ai cittadini ucraini dai loro stessi connazionali, dopo pochissimo i loro obbiettivi principali si sono nettamente separati da quelli ucraini: non più la condanna della guerra, ma la condanna solo di putin. Non più la condanna dei russi, ma spazio al vittimismo per i poveri dissidenti rimasti in carcere. Insomma, il solito tentativo dei carnefici di passare dalla parte della vittima, cosa che quando non sei davvero vittima, non hai perso un affetto in guerra e quando la tua casa non è stata rasa al suolo, beh lasciatemelo dire, fa davvero molto comodo.
Tutto questo fenomeno è stato evidente nei giorni della morte di Navalny, la loro santa icona cavalcata da giornalisti, opinionisti e politici di casa nostra. In quei giorni il racconto dell’eroica e dolorosa difesa ucraina delle sue città dai terroristi russi è stato soppiantato dal cordoglio della comunità internazionale e dal vittimismo dei russi che, finalmente, ora potevano avere il loro tanto agognato martire ed i riflettori puntati sui loro di problemi, pace se il loro esercito colpiva le infrastrutture civili di Kyiv e dintorni. Il tutto ovviamente solo online perchè i famosi dieci milioni di russi buoni evocati da Navalnaja e Kara-Murza (i famosi cavalli perdenti di cui abbiamo già parlato) hanno preferito evidentemente fare altro, tranne pochi e selezionatissimi temporaneamente coraggiosi. Il desiderio da parte dell’opinione pubblica italiana di riappacificarsi con chi è stato o è tuttora parte del sistema russia ha addirittura portato a proporre l’intitolazione a Navalny della via di Roma in cui si trova l’ambasciata russa. Nessun attivista russo antiwar, nessun politico italiano e in realtà nessun altro tipo di essere umano vivente, dal 24 Febbraio 2022 si era mai nemmeno sognato di chiedere di rinominare quella strada in onore degli Eroi Ucraini. Se non vuol dire questo essere succubi e schiavi della propaganda russa allora non saprei proprio come chiamarla. Allucinazione collettiva? Forse.
Come potete ben capire, anche quando un russo si professa contro il regime mafioso e criminale del cremlino, alla fine dell’Ucraina e di quello che i loro concittadini stanno facendo sul suolo ucraino, interessa meno di zero. L’importante è uscirne con la faccia pulita, fresca e profumata.
Questa posizione ambigua si rileva anche nel silenzio di dissidenti e attivisti russi in queste ore concitate in cui l’Ucraina sta avanzando nella regione russa di Kursk e mettendo il naso in quella di Belgorod. Non una parola per quella che potrebbe essere l’azione decisiva di questa maledetta guerra. Non un’opinione e non un sostegno è arrivato da parte di nessun russo per l’unica reale speranza di liberarsi del loro odiato presidente. Siate felici invece! Russi oppositori del regime esultate! Gaudio Magnum! L’Ucraina vi sta liberando dal vostro despota dato che voi in vent’anni non ci siete minimamente riusciti. E fatecelo un bel sorriso, no?
Almeno russi diteci: siete d’accordo su questa azione ucraina in russia? Non pensate che gli ucraini ne abbiano tutto il diritto? Fatecelo sapere al più presto perchè non sto nella pelle. Evidentemente devono ancora metabolizzare la cosa e capire come prendersi qualche merito per farsi trovare dalla parte giusta della storia nell’ora X.
Le scuse mai arrivate
In tutto questo bel circo, qualcuno si è preso le sue responsabilità? Qualcuno di loro ha mai chiesto sinceramente scusa agli ucraini? Qualcuno si è mai sentito realmente colpevole? Qualcuno ha mai provato vergogna?
Forse privatamente, ma ne dubito. Pubblicamente di sicuro no.
Chiedere scusa a nome di tutti i russi, anche di a nome degli avvinazzati convinti che putin abbia mandato il suo esercito a liberare l’Ucraina dai nazisti, è un atto dovuto che non porterebbe alcuna vergogna, anzi. Ammettere la colpevolezza di un popolo intero davanti alle vittime innocenti è la cosa più coraggiosa che si possa fare in questa situazione, a meno di non arruolarsi nella legione straniera al fronte dalla parte di Kyiv.
Non basta dire “io sono contro la guerra” o “io sono contro putin”. Forse poteva affascinare il 24 Febbraio 2022, ma il tempo, si sa, con le frasi fatte non è galantuomo e ora le fa sembrare posticce e forzate.
Ditelo, scrivetelo, gridatelo: ci scusiamo con tutti gli ucraini per il male ed il dolore che il nostro popolo ha portato nelle vostre terre per anni. Scusatevi con gli ucraini per i crimini commessi da tutti i russi. Scusarsi non è debolezza, non è una sconfitta, ma se anche lo fosse direi che in fondo vi è comunque andata ancora molto bene. E non aspettatevi un ringraziamento o comprensione da nessuno perchè quando le linee rosse vengono superate, una reazione è obbligatoria. Sappiamo che in russia hanno una concezione differente delle linee rosse, ma fidatevi, è così.
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