Sondaggio SWG: gli italiani approvano l’uso delle armi in russia, i politici invece credono ai troll filorussi
Tutto sommato lo abbiamo sempre saputo, ma il sondaggio di SWG per LA7 sull’uso delle armi italiane in guerra ci ha dato la conferma. I nostri politici non sanno più riconoscere la realtà dalla fantasia distorta diffusa dai commenti e post di bot e troll filorussi sul web. Un po’ come quando diamo per la prima volta uno smartphone nelle mani dei nostri nonni esponendoli a truffe di ogni genere.
Il sondaggio di SWG sulle armi in Ucraina: sì all'uso in russia
Il sondaggio di SWG per LA7 smentisce clamorosamente la visione sia del governo che dell’opposizione parlamentare italiana che da mesi annuncia che no, le nostre armi non dovranno MAI essere utilizzate per colpire in russia. MAI. Spesso citando a sproposito l’articolo 11 della nostra costituzione, con un’interpretazione tanto faziosa quanto bizzarra e senza logica.
Il sondaggio di SWG era strutturato su due domande. La prima era: D’accordo o in disaccordo con il fatto che l’Italia invii armi all’Ucraina?
Il risultato è stato:
48% d’accordo;
34% in disaccordo;
18% non saprei (!!!);
Ok, il discorso sulla fornitura di armi all’Ucraina è ormai superato e archiviato, ma fa sempre piacere vedere questi risultati.
La seconda domanda, quella succosa e che interessa a tutti era: Ritiene che l’Italia dovrebbe consentire l’uso delle armi fornite all’Ucraina anche per colpire obiettivi militari legittimi sul suolo russo? (domanda posta solo a chi è d’accordo con l’invio di armi)
54% d’accordo;
46% in disaccordo;
Sì, avete letto bene. La maggioranza degli italiani che sono d’accordo con l’invio di armi in Ucraina, dopo mesi, anzi anni di martellamento della propaganda russa, dopo mesi di balle clamorose sulle conseguenze dell’utilizzo delle nostre poche armi sul territorio russo, dopo il vergognoso voto dei nostri parlamentari europei riguardo l’emendamento della risoluzione UE su tale argomento, bene, dopo tutto questo gli italiani, in realtà, vogliono mandare armi e vogliono che l’Ucraina martelli forte in russia e vinca questa guerra. E non fa niente se non sono percentuali bulgare, va bene così. Ci ritroviamo di colpo maggioranza, dopo anni in cui ci siamo sentiti una minoranza emarginata.
I nostri politici che non sanno usare l'internet
Le parole dei vari Crosetto, Tajani, Meloni, Schlein e dei vari parlamentari europei (di destra e di sinistra) che si sono espressi per il divieto ideologico sull’uso delle nostre armi su obiettivi militari in russia denotano quindi un loro scollamento con la realtà nel tentativo di fare i piacioni con quello che loro considerano elettorato votante, ma che in realtà sono profili fake di Facebook.
Fino a qualche anno fa i Comuni italiani organizzavano dei corsi per gli anziani sull’uso del computer, su come riconoscere le truffe online, su come difendersi dalle fake news e dagli scammers. Sarebbe decisamente utile che i nostri vertici di governo ne seguissero uno per evitare di credere ad ogni cosa letta su internet, per imparare a riconoscere i profili fake sui social e scindere la realtà dalla fantasia, la realtà del paese dalla propaganda russa.
Lo dico per loro, perchè oggi sono vittime della propaganda online dei troll filorussi, domani potrebbero doversi indebitare per aver trasferito tutti i loro soldi su un conto corrente estero per sbloccare i fondi di un principe nigeriano in difficoltà.
Se l'occidente unito avesse rimosso i limiti di utilizzo alle armi fornite a Kyiv non saremmo qui a parlare di terza guerra mondiale.
Le elezioni in Unione Europea e USA decideranno il futuro del sostegno all'Ucraina e, di conseguenza, il suo destino. Peccato che le campagne elettorali parlino di tutt'altro.
L'agenzia stampa di stato russa TASS diffonde ogni giorno centinaia di fake news e becera propaganda di regime. E in Italia molti quotidiani ne divulgano acriticamente i contenuti.
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