L’Italia in piazza per l’Ucraina e per Zelensky. I nostri interventi alla mobilitazione di Lecco

Se qualcuno pensava di averci piegato si sbagliava. Se qualcuno pensava che fossimo rimasti quattro gatti a difendere l’Ucraina e Zelensky era fuori strada. Se qualcuno pensava che la propaganda filorussa ci avesse chiuso la bocca aveva torto marcio. Domenica 2 Marzo seguendo l’appello del segretario di Azione Carlo Calenda l’Italia è nuovamente scesa in piazza da Nord a Sud per ribadire il suo impegno al fianco dell’Ucraina e al fianco di Zelensky, senza bandiere di partito e senza divisioni.

L’oscena aggressione a Zelensky di Venerdì 28 Febbraio nello Studio Ovale della Casa Bianca ad opera degli scimpanzè MAGA ha destato tutto il nostro disgusto. Ieri eravamo in migliaia con le bandiere gialloblu ucraine ed europee per dimostrare che nessuno di noi è in vendita, che nessuno di noi ha abbandonato il presidente ucraino e che anzi, una volta di più, ci siamo stancati delle solite titubanze e dei ridicoli tentennamenti su da che parte stare. L’Italia ieri ha scelto, l’Italia sta con Zelensky, l’Italia sta con tutto il popolo ucraino e con l’Europa.

Stand for Ukraine alla manifestazione di Lecco

Noi di Stand for Ukraine ovviamente eravamo presenti, questa volta a Lecco su invito della segretaria provinciale di Azione Lecco Eleonora Lavelli che ha organizzato la mobilitazione. Ed eravamo tanti, fatto non scontato in una piazza difficile e piccola come il capoluogo lariano. Eravamo tanti, tutti dalla stessa parte, tutti sotto la stessa bandiera. Con noi anche l’Onorevole di Azione Federica Onori che ha ribadito il suo impegno e quello del partito per un continuo e prolungato sostegno a Kyiv.

Diego Ghidotti: "Il tempo è scaduto, Europa Do Something"

Il tempo a nostra disposizione è finito. E’ finito il tempo che gli eroi ucraini ci hanno concesso allontanando la criminale aggressione russa dai nostri confini e portando da soli l’intero peso di questa tragica guerra. Il tempo a nostra disposizione è finito Venerdì 28 Febbraio alle 18.30 quando a Washington ha preso corpo l’ignobile aggressione di Trump e Vance al presidente Zelensky.

Ora tocca a noi europei, da oggi inizia un nuovo mondo ed inizia una nuova Europa.

Una settimana fa un grande italiano come Mario Draghi al Parlamento Europeo ha detto un’altra frase storica dopo il famoso “whatever it takes”: “Do Something”. E oggi noi da questa piazza DOBBIAMO DAVVERO COMINCIARE A  FARE QUALCOSA. Dobbiamo pretendere che l’Unione Europea faccia qualcosa, faccia più di quello che finora ha fatto. Ce lo chiedono gli ucraini, che mentre noi guardavamo sbigottiti quella disgustosa messa in scena nello studio ovale, loro ascoltavano per l’ennesima volta il suono delle sirene antiaeree, il suono di un nuovo massiccio attacco russo di droni e missili.
E se questa non fosse una motivazione sufficiente, e comunque lo è, facciamo qualcosa ALMENO per noi stessi.
Dobbiamo renderci conto che se l’America è quella cosa lì che abbiamo visto con disgusto Venerdì sera e per questo motivo oggi per l’Unione Europea è arrivato il momento delle scelte inderogabili per la propria sopravvivenza, il momento di diventare grandi è ora, il tempo a disposizione è scaduto. E l’America oggi è davvero quella cosa lì. Trump, Vance e tutte le alte gerarchie MAGA non hanno mai nascosto le loro posizioni, non hanno mai nascosto il desiderio di resa incondizionata di Kyiv a putin. Non hanno mai nascosto un profondo odio verso la democrazia ed in particolare verso le democrazie europee.

Abbiamo detto “fare qualcosa”, ma cosa? Difficile dirlo, ma l’Europa deve convergere su una volontà politica forte e unitaria e avere maggior coraggio nelle proprie scelte. Non deve farsi dettare la propria agenda da nessuno, né dalla russia, né dagli Stati Uniti, oggi divenuti un corpo estraneo ai nostri valori.
Primo: l’Europa deve partire dall’ingresso nell’Unione dell’Ucraina, subito, senza valutare standard obsoleti appartenenti ad un’era geologica fa. L’Ucraina ha pagato con il sangue il suo ingresso nella nostra Unione, possiede il migliore esercito europeo, forse al mondo, e l’unico vero grande leader moderno: Zelensky. cos’altro deve dimostrare?
Secondo: chiudere i cieli dell’Ucraina. Ce lo chiedono da tre anni, nulla è stato ancora fatto. 
Terzo: dimostrare unità, superare subito i veti degli infiltrati di putin nella commissione europea.
Quarto: aumentare considerevolmente il budget per la difesa e la deterrenza, perché se cade l’Ucraina, i prossimi in lista d’attesa siamo noi europei. E non importa se abitiamo a Lisbona o a Berlino. Un attacco ai baltici o alla Polonia è un attacco all’Unione stessa.

Parlare oggi di Stati Uniti d’Europa e di esercito comune è doveroso, dobbiamo pur cominciare prima o poi ad affrontare queste riforme, ma sappiamo che saranno lunghe e dispendiose. Però il tempo a nostra disposizione è scaduto, il momento di agire è ora, il momento di difendere l’Ucraina come se fosse casa nostra è arrivato. Ci siamo, Forza Europa!

 

Olena Lashchuk: "I dittatori non si fermano da soli, vanno fermati con la forza"

Buonasera a tutti. Grazie di cuore a tutti i presenti per essere venuti a sostenere il popolo ucraino e il suo Presidente Zelensky  in un momento così importante nella nostra storia.
Ho pensato molto a quale argomento  trattare come ucraina per trasmettervi tutta la gravità di ciò che i miei connazionali vivono. Ma cosa scelgo: vi parlo delle sirene con cui gli ucraini si svegliano tutti i santi giorni da tre anni, dall’inizio della grande guerra? Dico la grande guerra perchè la guerra in Ucraina è iniziata undici anni fa.
O dello stupro usato come arma. Non importa contro chi. Donne, bambini, anziani. Basta che siano ucraini. 
O di migliaia dei  prigionieri che subiscono torture così crudeli che nemmeno il Diavolo in persona avrebbe mai potuto inventare. Il brevetto c’è l’hanno i russi.
O dei bombardamenti quotidiani di ospedali, scuole, chiese, supermercati
E delle di decine di migliaia di bambini rapiti ne vogliamo parlare?

Non ci sono parole adatte per descrivere questo orrore. Vorrei però leggervi cosa disse Hitler prima di attaccare  anche la Gran Bretagna e cosa Churchill e il suo popolo risposero.
Hitler iniziò ripercorrendo gli eventi della guerra fino a quel momento, attribuendo la colpa agli ebrei e ai “guerrafondai” anglo-francesi, primo fra tutti Churchill.
Disse: “Provo un profondo disgusto per questi politici senza scrupoli che distruggono intere nazioni e interi Stati” “Non vedo alcun motivo valido per proseguire questa guerra”
Poi Hitler promise di rispondere alle incursioni aeree inglesi in modo da procurare alla Gran Bretagna “dolori e sofferenze interminabili”. Forse non a Churchill in persona, aggiunse “che sarà di certo già scappato in Canada”. Chissà se qualcuno aveva davvero proposto a Churchill di dimenticarsi di tutte queste rogne della guerra e andarsene in qualche bel posticino a godersi  la vita. Vestito bene!… E se sì, chissà se la sua risposta fu “ Non ho bisogno di un passaggio, ho bisogno di munizioni”.

Quello che so per certo è che c’è chi una  risposta così l’ha data. Nell’ora più buia, tre anni fa, infondendo coraggio e ispirando il mondo intero. Quell’uomo è il Presidente ucraino Zelensky. E’ lo stesso uomo che è andato alla Casa Bianca, ha smascherato in mondovisione dei criminali (perché non saprei in che altro modo definirli) ed è uscito da vero leader europeo.

La risposta della Gran Bretagna al discorso di Hitler fu “Non smetteremo di combattere , finchè la libertà, nostra e di chiunque altro, non sarà garantita”.

Oggi come non mai mi sento di confermare queste ultime parole. Perché la libertà di un popolo aggredito con le armi non si difende con le parole ma con ancora più armi. Perché la Pace non è l’assenza del conflitto ma è la giustizia e la difesa dei diritti umani. Perché le vite umane non si vincono e non si perdono ad un gioco di carte, ma si difendono finchè abbiamo fiato in corpo.
Oggi sono fiera come non lo sono mai stata di essere ucraina, ma un giorno spero di essere altrettanto fiera di essere europea e affinchè ciò accada l’Europa deve passare alla vera azione, perché se abbiamo imparato qualcosa dalla storia è che i dittatori non si fermano da soli, vanno fermati con la forza, vanno fermati unendosi tutti. Oggi. Slava Ukraini!

 
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