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Il kit di sopravvivenza UE. Chi lo dileggia pensa che gli ucraini fossero preparati alla guerra?

La proposta della commissione UE e dell’Alto Rappresentante Kaja Kallas di consigliare ai cittadini la preparazione di un kit di sopravvivenza in caso di catastrofe non è allarmismo ingiustificato o un’inutile perdita di tempo. E’ invece una giusta e corretta analisi dei tempi che stiamo attraversando e delle sfide che dovremo affrontare. Chi lo dileggia e sminuisce probabilmente si è dimenticato, o sottovaluta, tutti i problemi che i cittadini ucraini devono affrontare ogni giorno, anche i più fortunati di loro che non sono costantemente sotto il fuoco russo.

Gli ucraini pensavano alla pace, non alla guerra. E invece.

Se anche voi siete tra coloro che pensano che l’UE stia facendo un inutile allarmismo provate a pensare a questa cosa: il 23 Febbraio 2022 gli ucraini pensavano impossibile vedere la loro capitale bombardata, non immaginavano di dover abbandonare le loro case, non potevano credere a quello che sarebbe successo da lì a poche ore.
Certo, c’era una situazione altamente pericolosa, ma in fondo la diplomazia ci aveva sempre difesi in qualche modo, perchè non sarebbe dovuta andare bene anche questa volta? E invece eccoci qui.
E noi europei di cosa dobbiamo preoccuparci invece? In fondo droni di fabbricazione russa volano sopra no fly zone italiane per spiare i movimenti all’interno di aziende strategiche per la nostra difesa, i cyberattacchi continuano ogni giorno (nel 2024 +67%, nel 2025 il trend è in salita), gli attentati ad infrastrutture essenziali sono aumentati a dismisura dal 2022 e le intelligence europee prevedono un attacco militare russo all’Europa entro il 2030. Cosa potrà mai andare storto?

Per anni abbiamo chiesto all’Unione Europea di prendere le nostre difese, di essere concreta, di essere pronta ad ogni evenienza. Ora che “i burocrati di Bruxelles” lo sono siamo noi a non esserlo e a non volerlo essere. Le critiche a questa operazione dell’UE sono in effetti da imbecilli, tanto che la Commissione Europea per sensibilizzare i cittadini non ha realizzato un lungo video serio e noioso, ma ha realizzato uno short ironico, perchè hanno capito benissimo con che razza di individui hanno a che fare.

Non solo guerra

Il Kit di sopravvivenza dell’UE ovviamente non è dedicato esclusivamente per un attacco militare diretto. E’ anche per questo, ma non solo. I pericoli che potremmo dover fronteggiare sono molteplici.
Ci riempiano da anni la bocca di parole come “guerra ibrida”, “cyberattacchi”, “disastri naturali”. E se dovessero accadere per davvero?
Immaginatevi un cyberattacco serio all’Italia. Per cyberattacco serio non intendo che viene buttato già il server del Ministero dei Trasporti e finita lì, intendo di risvegliarci in un paese dove le comunicazioni sono interrotte, la connessione internet è saltata, i trasporti sono fermi, gas ed energia elettrica mancanti e le banche fuori uso. Basterebbe uno solo di questi eventi per scatenare il caos e farci regredire allo stato primitivo, incapaci davvero di sopravvivere. Sarebbe il caos.
Cosa mangereste? Cosa berreste? Come vi informereste? Come vi muovereste? E’ a queste domande che l’Unione Europea vuole dare una risposta. E sono proprio a queste domande che gli ucraini dal 2022 hanno dato delle risposte, proprio loro che come noi non si aspettavano una guerra. Per noi sono oggi solo delle ipotesi, per loro questo è il pane quotidiano. Sottovalutare le indicazioni UE, prenderle in giro è come sottovalutare e prendere in giro quello che oggi gli ucraini fanno tutti giorni per vivere una vita quanto più normale possibile.

Non solo kit di sopravvivenza

Le indicazioni non saranno limitate solo ad un kit di sopravvivenza per 72 ore, anche se molti lo lasciano intendere. Il piano di risposta alle emergenze UE si baserà sul report “Safe Together” che ha realizzato l’ex presidente finlandese Sauli Niinistö proprio su mandato della Commissione Europea e di cui avevamo già parlato a Novembre.
Il report è molto dettagliato e mette in luce le nostre carenze e indica la strada da seguire. Ovviamente un kit di sopravvivenza non basterà, bisogna migliorare le risposte sotto tanti punti di vista.
Uno tra questi punti è di offrire la consapevolezza del pericolo ai cittadini europei che sono stati tenuti nell’illusione di vivere in un mondo perfetto e senza pericoli per troppo tempo. E quello che sta facendo l’Unione Europea e molti altri paesi è proprio questo. Ci stanno dando l’occasione di conoscere le cose per come stanno: stiamo vivendo in tempi altamente rischiosi, dobbiamo essere pronti a tutto. La nostra risposta da semplici cittadini oggi è indisponente, penosa e indegna. Volevamo sapere la verità, bene, eccola: siamo tutti in pericolo.
Io, da parte mia, comincerò proprio da questo kit. Dovesse succedere qualcosa di grave ripromettiamoci di sentirci tutti 72 ore dopo, per vedere chi è sopravvissuto e chi no. Chi ha resistito senza grossi patimenti e chi invece è uscito di testa perchè impreparato.

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