gli anni del coraggio e dei vigliacchi

Gli anni del coraggio e dei vigliacchi

Questi sono anni turbolenti che troppo spesso ricordano i periodi prebellici che tanto (o poco, a seconda dei voti che avevate) abbiamo studiato fin da piccoli a scuola. Sono gli anni in cui abbiamo un estremo bisogno di trovare uomini e donne coraggiose, ma, come troppo spesso accade, la storia si sta infrangendo sui tanti vigliacchi di ogni ordine e grado. Gli esempi virtuosi non ci mancano, non è vero che ogni evento storico è imparagonabile con gli altri già avvenuti nel passato, soprattutto se ogni volta hanno portato ad una sola e tragica conclusione. Per una volta siamo coraggiosi e scarichiamo nel gabinetto della storia i vigliacchi e le loro paure, siamo coraggiosi e non avremo nulla da temere.

I coraggiosi e gli eroi

Mettiamo in chiaro però un punto fin da subito: qui non si parla di eroi, gli eroi stanno là, ad Est sul fronte ucraino. Gli eroi stanno là nelle zone di confine russe di Belgorod e del Kursk e indossano una mimetica con il tridente. Gli eroi stanno anche più vicino, qui da noi, e sono le donne, le ragazze e i bambini ucraini che, magari in fuga dalle loro città rase al suolo, hanno trovato riparo in Italia abbandonando tutta la loro vita precedente, i loro sogni e le loro speranze. Gli eroi sono anche tutti (o quasi) gli altri ucraini d’Italia che lontani già da anni dalla loro patria continuano incessantemente ad aiutare in ogni modo possibile le loro famiglie ed il loro esercito, attanagliati dai pensieri più cupi che si presentano loro ad ogni risveglio e che spesso riemergono nei loro incubi notturni. Questi sono gli eroi, per noi inarrivabili. Qui però non stiamo cercando l’eroismo, ma il più semplice coraggio. Tanto ci basterebbe per essere solo un po’ migliori di quello che siamo.

In tempi così nebulosi il coraggio deve essere la base portante di ogni società civile, il minimo sindacale per poterci chiamare esseri umani. Ed il coraggio, per chi vuole vederlo ed imitarlo, c’è anche qui da noi. E’ il coraggio di chi continua a parlare di Ucraina, di chi continua a combattere la propaganda che ci vorrebbe trasformare in depensanti. E’ il coraggio di chi non ci sta a mettere sullo stesso piano la vittima e l’aggressore, di chi si ribella anche alla propria formazione culturale che per anni lo ha cullato nel sogno della diplomazia come panacea per tutti i mali.
Anche voi che leggete queste righe e che magari avete appena postato su un social un commento di disappunto sull’ennesima marchetta di Trump a putin siete coraggiosi, perchè ancora oggi dopo ben oltre mille giorni di invasione su vasta scala dell’Ucraina avete fatto della lotta di un popolo con cui magari non avete che legami superficiali, o addirittura nessun legame, l’argomento cardine delle vostre vite. Coraggioso è chi scrive di Ucraina, chi parla di Ucraina, chi difende l’Ucraina e gli ucraini e non si arrende al bombardamento mediatico che ci vorrebbe in guerra con nessuno e amici di tutti e coraggioso è colui che non fa sconti a chi non sa da che parte stare “perchè anche Zelensky insomma anche lui ne ha combinate…e poi vuoi mettere con tutti questi aumenti nelle bollette…“.

Ma come dicevo, e come ben sapete, il coraggio è merce rara. Se così non fosse saremmo un paese di sessanta milioni di Churchill, invece non lustriamo neppure i mocassini a Neville Chamberlain. Semmai avviciniamo più al Generale Badoglio (che fa rima con Ber…), sempre pronti ad eseguire gli ordini del Duce o del Re, ogni volta comunque dalla parte sbagliata della storia.

I vigliacchi di ieri, i vigliacchi di oggi

Da quando ne ho memoria per giustificare ogni nefandezza si usa dire che “mio nonno è stato partigiano”. Probabilmente è anche vero perchè dopo aver amato alla follia il fascismo di Mussolini, alla sua caduta l’Italia intera diventò di colpo partigiana. Quindi non è difficile trovare un antenato nella resistenza. Ma pensateci bene, se tutti i fascisti e idolatri di putin e dittatori vari hanno avuto un nonno partigiano è proprio perchè la nostra storia recente è stata piena di vigliacchi, proprio come oggi.
I vigliacchi di oggi sono i leccapiedi del criminale moscovita e del suo socio Trump. Sono quelli che hanno sostenuto l’attuale presidente americano alle elezioni del 2024 perchè solo lui avrebbe potuto mettere fine alla guerra in Ucraina (a proposito, stiamo ancora aspettando), sono i nostri imprenditori che da Nord a Sud e da Est a Ovest commerciano ancora con la russia perchè “non vuoi mica che poi lascio a casa dalla fabbrichetta qualche operaio”, come se fossero totalmente incapaci di rivedere un business plan aziendale (e mi viene quindi il dubbio che lo siano). I vigliacchi sono quelli che se ne fregano perchè oggi non tocca a noi e l’Ucraina buon Dio è così lontana, ignari del fatto che un missile balistico potrebbe raggiungere Roma o Milano in pochi minuti. Sono quelli di cui parlavo prima del “eh ma anche Zelensky…eh ma le bollette” e poi non si accorgono nemmeno che i droni russi già svolazzano sopra le nostre no fly zone.
I vigliacchi sono quelli che non sapendo o non avendo voglia di leggere utilizzano l’Articolo 11 della costituzione italiana per allontanare il pensiero di una guerra futura anche qui da noi o per non permettere agli ucraini di difendersi con le nostre baionette. Come se l’Articolo 11 potesse poi essere un freno alle mire imperialiste di putin (e a questo punto anche di Trump).
E a livelli più alti i vigliacchi sono i politici ed i banchieri che considerano i beni russi congelati nelle banche europee un valore, come se si potesse definire “valore” il patrimonio della ‘ndrangheta e che pensano, e sono sicuro che lo pensino sinceramente, che prima o poi, quando faremo la pace, dovremmo comunque restituirglieli.
I vigliacchi di oggi sono questo e molto altro ancora, la lista è purtroppo molto più lunga di quella dei coraggiosi. E sono proprio loro che stanno scommettendo contro il nostro ed il loro futuro, proprio come si scommette sui mercati azionari contro questa o quell’azienda. Se i nostri figli ed i nostri nipoti conosceranno la tragedia della guerra, se conosceranno l’orrore dell’occupazione o se semplicemente diranno “mio nonno è stato partigiano” lo dovremmo solo a loro, ai vigliacchi dei nostri giorni.

Noi, intanto, non molliamo. Continuiamo ad essere coraggiosi, poi faremo quel che andrà fatto.

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