imboscata san pietro trump zelensky

L’imboscata di San Pietro a Fantozzi-Trump è un capolavoro diplomatico di Zelensky

Dietro l’incontro avvenuto a San Pietro tra Padre Zelensky ed il peccatore Trump non si cela solamente una bella foto già consegnata ormai alla storia, si nasconde invece il capolavoro diplomatico del presidente ucraino che dopo il vergognoso attacco subito alla Casa Bianca a fine Febbraio dagli scimmioni MAGA ha aspettato…aspettato…aspettato pazientemente il momento giusto per l’imboscata facendo buon viso a cattivo gioco. O meglio, buon viso alle stupidaggini offensive di Trump e del suo staff.
Il momento è arrivato, gli incontri avvenuti durante i funerali di Bergoglio sono una vera e propria imboscata da parte di Zelensky, Macron e Starmer al presidente USA che, isolato finalmente dai suoi sgherri filorussi (Vance, Rubio e Witkoff), ha abbassato la cresta e abbandonato la solita spavalderia.
Non sappiamo ovviamente cosa si sono detti, ma sembra ovvio che la strategia di Kyiv e dei suoi alleati ora sia quella di isolare e fare pressione su Trump anzichè usare lo stesso trattamento con putin.
La pressione su Trump da parte dei leader europei ha trasformato il plurifallito tycoon in una controfigura del ragionier Ugo Fantozzi. La frase “forse putin non vuole fermare la guerra, mi sta prendendo in giro” ha ricordato ai più il momento cinematografico in cui Fantozzi, dopo aver trovato la casa invasa da sfilatini di pane, realizza che la moglie Pina lo stia tradendo con il panettiere: “A questo punto Fantozzi venne colto da un leggero sospetto“. Forse Donald non avrà trovato la Casa Bianca piena di matrioske e vodka, ma poco ci manca. Sempre nella stessa scena di “Fantozzi contro tutti”, al primo sospetto di tradimento il ragionier Ugo dice: “Qui va a finire che lo sapranno tutti, che mi prenderanno per il culo…dovrò cambiare quartiere, città, amici…“. Ecco, dietro le quinte di quei momenti immortalati da quelle storiche foto a San Pietro, io Trump me lo immagino proprio così. Un povero reietto che si accorge di essere stato preso per i fondelli per tutto questo tempo.

Trump isolato da quelli che contano

L’impressione è che la diplomazia europea abbia lavorato alacremente in questi mesi per isolare Trump e far capire al presidente USA chi comanda veramente. Nel mondo di oggi non può dettare legge una persona sola, può comandare solo un’alleanza e, almeno fino a ieri, Trump invece era proprio questo: una persona sola. Era diventato il parìa occidentale, isolato nella sua bolla russa, dissociato anche da sè stesso.
Zelensky, Macron, Starmer e Von der Leyen (in attesa di Merz) costituiscono un blocco unito, un blocco potente che Trump aveva sottovalutato economicamente, diplomaticamente e militarmente. Non ci metto la mano sul fuoco, ma è possibile che l’imboscata europea ai funerali di Bergoglio sia stata recepita come un segnale di estrema solitudine anche da Donald, ormai relegato tra i reietti del pianeta: putin, Maduro, Kim e l’Ayatollah.
Sono impressioni, per carità siamo nel campo del tutto è possibile ormai, ma se davvero gli USA confermeranno il supporto di intelligence, logistica e sicurezza alla coalizione dei volenterosi (in attesa di anche altro) allora direi che a San Pietro il miracolo diplomatico di Zelensky è riuscito, facendo contemporaneamente fallire il tentativo dell’establishment russo di Washington capitanato dal palazzinaro Witkoff, per il quale prevedo nel prossimo futuro un brusco calo di voli a mosca. Forse addirittura la sua epurazione.

Fare fallire i negoziati

L’aver trascinato questi USA un pelino più dalla nostra parte è imprescindibile non tanto per avere una posizione migliore in futuri negoziati, ma proprio per far fallire questo tipo di negoziati, che alla fine non servono a niente e a nessuno tranne che a putin.
Con la russia sappiamo bene che non si può negoziare, si può solo fingere di volerlo fare. E l’imboscata di San Pietro è servita proprio per dimostrare una volta in più che sull’Ucraina non si può cedere neppure di un millimetro.

Ripeto, siamo nel campo delle fantastorie del fantabosco, ma l’impressione è che il vento diplomatico sia cambiato. L’impressione è che qualcosa si stia muovendo.
Trattare in questi mesi Trump come un mentecatto ha dato i suoi frutti, lusingarlo senza mai cedere alle sue richieste come si fa con i pazzoidi instabili è stata la strada giusta. Isolarlo dal suo entourage di schiavi del cremlino è il percorso da continuare a seguire. E Zelensky, insieme all’Europa unita, ce la sta facendo, con una pazienza monacale encomiabile.

Domani, quando Trump si risveglierà ancora nella sua solita porcilaia, potrà succedere di tutto. Potrebbe parlare con JD Vance e decidere di bombardare direttamente Kyiv o chissà cos’altro. Questo non possiamo saperlo, ma la prova di forza della diplomazia europea oggi è sotto gli occhi di tutti. Oggi è cambiato qualcosa e, almeno per una volta, in meglio. Non abbassiamo la guardia.

Potrebbe interessarti anche
Una volta ho votato Renzi ed il rigore di Grosso alla Francia
renzo no rearmeurope

Ho sempre reputato Renzi il miglior politico italiano, almeno fino a pochi anni fa. Ma dopo l'infelice uscita su Georgescu ed il botta e risposta su Linkiesta con il direttore Christian Rocca bisogna prendere atto che ormai è passato al lato oscuro della forza.

Ingresso facilitato per i russi in Ungheria: “Il primo passo verso una vita a lungo termine nell’UE”. Articolo 7 per Orban.
ungheria orban visti ingresso ue russi bielorussi

L'Ungheria di Orban sta corrompendo dall'interno l'UE, garantendo nuove vie di accesso a russi e bielorussi nell'Unione. E' ora di fermarla.

Cavalli perdenti (Kara-Murza) e cavalli vincenti (Landsbergis)

Ci risiamo, dopo Juliia Navalnaja per qualche giorno l'occidente scommetterà ancora sul cavallo perdente Kara-Murza e non su quello vincente: il ministro degli esteri lituano che invece ha capito tutto.

Meloni, la sindrome di derealizzazione e i paesi dell’Est che nessuno vuole ascoltare
giorgia meloni ucraina stoltenberg

Giorgia Meloni ritiene discutibili le dichiarazioni di Stoltenberg sull'utilizzo di armi NATO sul territorio russo. Forse dovremmo ascoltare più a Est, dove di queste cose se ne intendono veramente.