Qualcosa è cambiato. La russia brucia, i veri negoziati si fanno con droni e missili.
E’ fuori questione che dal giorno in cui Zelensky e Macron sono riusciti ad isolare temporaneamente Trump ai funerali di Bergoglio qualcosa sia cambiato. Non si sa bene ancora cosa sia cambiato, ma vedere putin elemosinare una tregua per la sua parata di morti viventi del 9 Maggio (tregua non accordata) è un fatto che qualche anno fa non avremmo mai avuto l’ardire di immaginare. Eppure è così.
Fiducia nella vittoria
La parata terzomondista del 9 Maggio a mosca è forse per putin l’ultima disperata carta da giocare per raccogliere attorno a sè il consenso e l’aiuto da parte dei peggiori dittatori e criminali del pianeta, democratici e non. Basti guardare la lista dei leader presenti sulla piazza rossa per capire di cosa stiamo parlando. Probabilmente il criminale moscovita comincia a fiutare una sconfitta, per questo rispetto agli ultimi anni ha permeato la data simbolica del 9 Maggio di un’aura di quasi sacralità, come a richiamare alle armi tutti gli scappati di casa della diplomazia internazionale. Una chiamata alle armi che, a parte la solita Cina, può solo prolungare la guerra, non cambiarne gli esiti.
Sperare che i leader di Cuba, Slovacchia e Venezuela abbiano risorse sufficienti per qualcosa di importante è una follia disperata. Sono solo delle macchiette, inutili per la russia e dannosi per il resto del mondo e anche per loro stessi.
Al contempo vediamo un nuovo approccio dell’Ucraina alla situazione sul campo. L’esercito di Kyiv sta portando la guerra in russia, sta terrorizzando l’establishment del cremlino che ha una paura disperata di mostrare di non avere più il controllo nemmeno a casa propria. Perchè di questo stiamo parlando, è questo che Zelensky ed i suoi generali stanno sottolineando ogni giorno con massicci di attacchi di droni su infrastrutture militari in profondità nel territorio russo, bloccando per ore gli aeroporti e mostrando al mondo intero che questo è l’unico modo di negoziare con la russia: colpendo più forte.
La russia brucia nei suoi punti più strategici, la russia oggi è uno spiedino alla brace che sta cuocendo lentamente ma inesorabilmente. E agli spiedini non si fanno concessioni territoriali, al massimo si mangiano.
I nuovi negoziati si fanno con i droni, non con le parole
Spesso non diamo sufficiente importanza a queste azioni militari ucraine, l’aver portato il terrore nello spazio russo non è una cosa da niente, anzi, è il risultato di un enorme lavoro militare e diplomatico. Ricordiamoci tutti cos’era l’Ucraina il 24 Febbraio 2022, uno Stato divorato dalla corruzione, pervaso da agenti russi infiltrati in ogni piega della società e quasi senza rapporti diplomatici con l’occidente.
In tre anni Zelensky ed il suo staff hanno creato una base solida per la resistenza militare di oggi e stanno costruendo l’infrastruttura per parlare finalmente di vittoria nel prossimo domani. Perchè questa guerra non si concluderà con i negoziati, non si concluderà con accordi strampalati e concessioni territoriali alla russia. Questa guerra si concluderà con una vittoria militare, con tanti saluti alle vedove di Bergoglio che volevano vedere gli ucraini umiliati e arresi sventolar bandiera bianca e con buona pace di ogni altra tipologia di russo (buono o normale o ordinario vedete voi) che sognava il ritorno in una russia felice. Una russia sconfitta militarmente non potrà mai essere una russia felice e forse lo stiamo capendo proprio in questi giorni. Non capirlo oggi è da TSO.
Il coraggio e l’intraprendenza degli ucraini, la loro prova di forza militare e di resistenza civile, gli attacchi continui ad aeroporti, raffinerie e impianti di produzione strategici per la guerra russa devono essere d’esempio per tutti noi, soprattutto per tutti gli amanti della diplomazia più spinta, quella dell’appeasement a tutti i costi, pur al prezzo della sconfitta.
Il messaggio è forte è chiaro, se pensavate che la diplomazia fosse la strada giusta vi sbagliavate. Se pensavate che gli agnelli non potessero diventare leoni difettavate di fiducia, forse il vostro supporto nell’Ucraina non era poi così sincero.
Si è aperta una nuova stagione, una stagione che, se tutti gli alleati di Kyiv faranno il loro dovere, sarà sorprendente. Ed il loro dovere è uno e uno soltanto: armi all’Ucraina, armi all’Ucraina, armi all’Ucraina. Tutto il resto è noia.
Permettere ai russi di venire in Europa per le vacanze come se niente fosse è sbagliato: danneggia gli ucraini e normalizza gli aggressori.
Certo, non è una guerra militare, ma la strada va in quella direzione. I dazi di Trump indeboliranno tutti i principali avversari di putin che ora dovranno anche vedersele con le tensioni economiche.
Alcuni chiarimenti sugli oppositori russi vanno fatti: sono inutili, non hanno alcuna idea sull'Ucraina e pensano solo al loro futuro. Bisogna abbandonarli al loro destino.
Nuovamente Papa Francesco riporta la propaganda putiniana su russia e Ucraina: sono fratelli. Non è una novità, ma fa sempre notizia quando Bergoglio offre questi appoggi al cremlino.