victoria amelina guardando le donne guardare la guerra

“Guardando le donne guardare la guerra”. Il diario di Victoria Amelina, e noi

Guardando le donne guardare la guerra” è il titolo dell’ultima opera di Victoria Amelina, scrittrice ucraina uccisa da un missile russo a Kramatorsk a soli 37 anni nel 2023. Uscito postumo ed incompleto per Guanda e tradotto per l’Italia da Yaryna Grusha è una testimonianza potente e diretta sugli effetti dell’invasione russa in Ucraina. E’ a suo modo la nostra possibilità di conoscere una realtà che ci rifiutiamo tutti i giorni di accettare e di comprendere, è una finestra non solo sugli eventi della guerra, ma anche e soprattutto sull’intimità di milioni di ucraini che hanno visto da un giorno all’altro la loro vita stravolta e sulla loro forza di reazione e resistenza. E’ uno squarcio nella nostra bolla inviolabile di pace e serenità e sulle nostre sicurezze morali.

Un libro che ci fa sentire insignificanti

La mia prima reazione alle pagine di “Guardando le donne guardare la guerra” è stato il concepimento di un senso di insignificanza della nostra vita quotidiana. Tutte le nostre parole, i nostri ragionamenti su quello che sta succedendo in Ucraina e tutte le nostre azioni non sembrano altro che miserabili e goffi tentativi di “fare comunque qualcosa” se paragonati alla tenacia delle donne raccontate da Victoria Amelina.
Una celebre frase di Woody Allen in “Io e Annie” recita così: “Ricordo il corpo insegnante della mia scuola pubblica. Sapete, avevamo un detto: chi non sa far niente insegna e chi non sa insegnare insegna ginnastica. Quelli che neanche la ginnastica, credo li destinassero alla nostra scuola“.  Ecco, fin dalle prime pagine di questo “Diario di una scrittrice in guerra” mi posso sentire a mala pena degno di insegnare alla scuola pubblica di Woody Allen.
Non è per un senso di smisurata modestia che lo dico, ma mi domando ora: come avrei reagito se la russia il 24 Febbraio 2022 avesse invaso l’Italia? Avrei avuto metà della metà del coraggio di queste donne? Avrei avuto uno scopo più alto nella mia vita se non quello di scappare e mettere in salvo la mia pellaccia? Mi sarei fatto trovare pronto o avrei anche io dormito nonostante l’eco dei bombardamenti vicini?
Io non lo so, ma ho sempre creduto che buon libro più che risposte certe debba lasciarti delle domande, e “Guardando le donne guardare la guerra” me ne ha lasciate fin troppe.

Di cosa parla "Guardando le donne guardare la guerra"

Ma di cosa parla “Guardando le donne guardare la guerra”? Il libro è una raccolta degli incontri e del cammino di Victoria Amelina nel percorso di documentazione dei crimini di guerra russi in Ucraina.
Sono gli incontri con nuovi e vecchi amici della scrittrice calati oggi nel ruolo di attivisti per i diritti umani, di investigatori o di vittime. Perchè la guerra genera vittime e Victoria Amelina ha deciso fino all’ultimo di scrivere e di parlare di loro, di aiutarle nella ricerca di una difficile giustizia. E’ questo il fulcro attorno al quale ruotano le storie di donne ucraine coraggiose che combattono tutti i giorni con le armi che possiedono affinchè la storia e la cultura ucraine non vengano cancellate, affinchè i colpevoli di genocidio siano assicurati alla giustizia, affinchè per ogni crimine di guerra ci sia un colpevole.
Ma è anche molto altro, perchè ogni storia porta ad una riflessione sull’Ucraina e sul nostro rapporto con questa guerra.

Gli ucraini e la faccia della guerra

Un punto chiave per me della testimonianza di Victoria Amelina sono le sue parole registrate il 24 Febbraio 2022 mentre cercava di tornare in Ucraina dal terminal dell’aeroporto di Praga: “Sto singhiozzando non solo perchè ci hanno fatto entrare, ma perchè gli altri hanno cominciato a vedere in me la guerra. Sono la guerra. Noi ucraini siamo diventati tutti << la guerra >>.”
E mi chiedo se anche io per un certo periodo non abbia visto negli ucraini solo “la guerra” e se sia stato così incapace da non comprendere quanto questa situazione contasse per loro. C’è sempre un tempo di reazione variabile in ognuno di noi per assimilare e digerire gli shock in cui ci concentriamo solo su noi stessi e mai sugli altri. Sicuramente è successo, non posso negarlo, e ringrazio queste dolorose parole di Victoria Amelina per avermi ricordato cosa sono colpevolmente stato.
Questo diario, lo potete ben capire, non è solo la trascrizione di fatti ed eventi, ma è importante per capire qualcosa in più sul dolore che gli ucraini portano ogni giorno sulle spalle e sul loro smarrimento, anche se spesso non lo dimostrano pubblicamente. Perchè in fondo sanno che anche se per loro il 24 Febbraio 2022 non è mai del tutto tramontato, nel momento in cui ci si abbandona esclusivamente alla disperazione senza reazione non si potrà mai più aspirare alla vittoria. E vincere oggi è troppo importante. Vincere significa vivere, vincere significa giustizia per chi non c’è più, vincere significa futuro.

Io non conoscevo Victoria Amelina fino al 1 Luglio 2023, giorno della sua morte a seguito di un attacco russo a Kramatorsk avvenuto pochi giorni prima. Con “Guardando le donne guardare la guerra” posso dire di averla conosciuta un po’ anche io e di aver imparato a conoscere di più i tanti ucraini che ogni giorno combattono e lavorano in silenzio per la vittoria, per la pace e per la giustizia.

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