guerra in russia

Il giorno in cui la guerra è arrivata in russia. Più di una sanzione potè un drone

Nell’indifferenza generale la notte del 28 Maggio 2025 ha segnato una svolta epocale, uno di quei crocevia nella storia di cui abbiamo già parlato ma di cui poi alla fine se ne sente ben poco in giro. Il 28 Maggio 2025 è stata la notte in cui mosca e san pietroburgo si sono ritrovate per la prima volta davvero in guerra con edifici in fiamme, droni svolazzanti sopra i palazzi e boati continui della contraerea.
Ci sarebbe da parlarne per giorni interi, qui da noi ovviamente neppure un trafiletto.

Russia is burning

“Russia is on fire, la la la la la la la” potrebbe essere il tormentone dell’estate 2025 che sta per cominciare. Dall’inizio della primavera i droni ucraini stanno volando incessantemente sugli obbiettivi militari russi, questo lo sapevamo già, ma adesso l’esercito ucraino sta cominciando a fare sul serio. Le città simbolo di mosca e san pietroburgo sono state colpite e ormai è normale per gli abitanti della capitale russa sentire i boati della contraerea in azione, è diventato normale riprendere con lo smartphone un drone ucraino in volo sui tetti dei palazzi moscoviti ed è diventato normale che il forno crematorio di Rostov lavori h24. Eppure questa sarebbe una notiziona da prima pagina, invece voi avete per caso letto qualcosa da qualche parte a riguardo su media italiani?
E’ una domanda retorica, perchè mentre la guerra dilaga anche a casa di putin e non più solo nelle regioni di confine, qui preferiamo correre dietro alle balle spaziali di Trump o alle dichiarazioni senza senso di Lavrov & c. e attendere nuovi round di negoziati fuffa in cui gli emissari di putin presenteranno le solite proposte illogiche e senza senso e di cui ci indigneremo per settimane.
Eppure ce ne sarebbe di materiale su cui discutere e su cui riflettere. Mentre noi stupidotti parliamo ancora di inasprire le sanzioni (cosa peraltro giusta) e di come aggirare i ricatti di Orban gli ucraini sono passati alle sanzioni vere, recapitate direttamente sulle teste dei russi con dei begli sciami di droni. La democrazia porta a porta.

La "drone coalition" funziona

Una cosa buona però l’abbiamo fatta e dimostra che quando tutti facciamo sul serio e diamo retta a chi ne sa più di noi allora le cose possono davvero funzionare. La “drone coalition” voluta dalla Lettonia e che oggi conta ben venti membri (tra cui l’Italia…ahi ahi Tajani!) è sicuramente una parte attiva di questa svolta militare. Con aiuti importanti (nel 2024 il supporto è stato di 1,8 miliardi di Euro e nel 2025 si stima di raggiungere i 2,5 miliardi) abbiamo rifornito direttamente i magazzini dell’esercito ucraino di droni e sviluppato la loro industria. Se a mosca prendere un volo è ormai un atto di fede ed è normale essersi abituati ai rumori della contraerea il merito è anche di questa coalizione.

Ma questo è solo l’inizio, io comincio a preparare i pop corn perchè scommetto che l’estate in russia sarà “scoppiettante”.
Intanto si fa sera…vi lascio perchè è quasi ora di cercare info e materiale sulla prossima ondata di droni verso la russia.

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