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Occhio che da “Fermiamo Netanyahu” a “Fermiamo Zelensky” il passo è breve

Le reazioni sguaiate (di politici e persone comuni) del team “Fermiamo Netanyahu” all’indomani degli attacchi israeliani ai siti militari in Iran sono la rappresentazione plastica del vuoto di contenuto e di idee che la propaganda antioccidentale è riuscita ad infiltrare in Italia. Non applaudire alla decapitazione del regime teocratico, sanguinario e totalitario iraniano (stretto alleato di mosca), ma bensì proclamare la necessità di fermare Israele è l’indice che la propaganda contro i nostri stessi interessi ha prevalso sulla nostra capacità di sopravvivenza. E mi chiedo quando questo sentimento verrà replicato sull’Ucraina.

Fermiamo Zelensky!

In fondo a “Fermiamo Zelensky” ci siamo già stati vicinissimi, e non solo da parte dei Lasettisti e dei Fattoquotidianisti, ma proprio dai pro Ucraina. Ricordate i primi giorni dell’eroica operazione nel Kursk? All’epoca vi raccontai di aver incontrato un conoscente, un uomo che aveva a modo suo sempre sostenuto l’Ucraina, che mi disse “ma cosa è venuto in mente a Zelensky di invadere la russia? Vuole far scoppiare la terza guerra mondiale?”. Vox Populi, Vox Dei. La propaganda aveva colpito e il presidente ucraino veniva accusato di voler ampliare la guerra, come se per Kyiv la guerra potesse ampliarsi più di così. Il pericolo poi di un “Fermiamo Zelensky” rientrò, in parte, ma siamo sempre sul chi va là. Fine dello spiegone.
Quando ci sarà una qualche sanguinosa operazione di false flag russa oppure quando putin deciderà di ammassare civili vicino ad obiettivi militari sensibili, e lo farà statene certi, torneremo sicuramente a “Fermiamo Zelensky”, “Zelensky non vuole la pace”, “Zelensky bla bla bla”. Rimane solo una questione aperta: chi sarà il primo a dire una bestialità simile e chi lo seguirà a ruota.

Ma perchè difendiamo Netanyahu?

In molti si chiederanno, perchè Stand for Ukraine difende così a spada tratta Israele CHE HA VOTATO CONTRO L’UCRAINA ALL’ASSEMBLEA ONU? Premettiamo una cosa: non siamo così scemi da non capire che Israele ha bisogno assoluto dell’alleanza con gli USA, che siano MAGA o no, per avere armi, intelligence e difesa aerea. Non siamo così scemi da non capire che Israele e Ucraina stiano combattendo la stessa guerra, anche se sia Kyiv che Tel Aviv attualmente pensano ognuno ai problemi suoi (e ci mancherebbe). E non siamo così scemi da non capire che la guerra che stanno combattendo riguarda anche noi. Israele e Ucraina sono i due bastioni che ci stanno difendendo dall’asse formato da russia, Iran, Corea del Nord e, in parte, Cina.
Dire “Fermiamo Netanyahu” non ha senso, non vuol dire niente. Ma poi fermare cosa? Con quali conseguenze? Se volete la resa di Israele ditelo chiaramente “vogliamo la resa di Israele”. Volete che Netanyahu si dimetta? Benissimo, i casi allora sono due: alle elezioni o verrà rieletto nuovamente oppure sarà eletto qualcuno di ancor più bellicista. Perchè noi in Europa non possiamo capire cosa vuol dire avere dei vicini di casa che vogliono solo una cosa: annientarci. O meglio, qualcuno che lo sa c’è, e sono gli ucraini e stanno vivendo sulla loro pelle i risultati di anni e anni di negoziati con potenze terroriste.
“Fermiamo Netanyahu” è al pari di “Due popoli due stati” uno slogan vuoto. Una cretinata senza senso buttata lì in un periodo storico così complesso e difficile non vi farà certo sembrare le colombe della pace cui aspirate essere, tuttalpiù vi farà solo sembrare cretini. E se invece l’obiettivo era proprio questo, allora ci siete riusciti in pieno, missione compiuta.

Infine, la propaganda anti Israele

Nella nostra politica fatta di cuoricini sui social e di algoritmi che calcolano il gradimenti dei contenuti online sfugge sempre un particolare piccolo piccolo: l’influenza della propaganda nella deviazione del consenso. E su Israele, come sull’Ucraina, è stata tremenda. Dire “Fermiamo Netanyahu” è pura propaganda, è il tentativo ultimo di raccattare qualche votarello in più dai lobotomizzati propal che non saprebbero indicare sulla cartina geografica dove si trova l’Abruzzo, figuriamoci Israele, Gaza e l’Iran.
Mentre sul fronte ucraino la battaglia della propaganda è ancora in corso, sul fronte Israele la situazione è ben diversa. La propaganda ha vinto, ha vinto a mani basse nonostante la storia di Israele, nonostante il 7 Ottobre, nonostante i macellai che stanno dall’altra parte. Non capirlo è una carenza imperdonabile.
La nuova frontiera della propaganda anti Israele usa le stesse armi di quella anti Ucraina, semplice, diretta e, devo ammetterlo, intelligente: “ma gli attacchi all’Iran faranno alzare il prezzo del petrolio, così la russia farà maggiori ricavi, così la guerra in Ucraina continuerà“. Tutto già visto e sentito, ma sempre efficace: colpisce il nostro portafogli, colpisce il nostro supporto a Kyiv.
Io pensavo che nel 2025 saremmo stati un minimo più evoluti, che alle ragioni del portafogli sarebbero prevalse le ragioni della pace giusta ad ogni costo, le ragioni dei nostri valori occidentali. Insomma, che prevalesse la ragione ai nostri istinti primordiali. Mi sbagliavo.

Se oggi fermiamo Netanyahu, domani si vorrà fermare Zelensky. Ma dopo Israele ed Ucraina, udite udite, ci siamo noi.

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