Su Radio Deejay la banalità del male (russo)
Hannah Arendt nel 1963 scrisse il suo famoso saggio “La banalità del male”, dove per mezzo della cronaca del processo al nazista Eichmann è riuscita a spiegare che il male assoluto durante il periodo del Terzo Reich è stato commesso da persone normali, come quelle che possiamo incontrare tutti i giorni per la strada, capaci di incredibili atrocità senza rendersi conto della gravità delle loro azioni. La banalità del male oggi è rappresentata dall’incapacità di accorgersi di quello che sta accadendo in Ucraina, di ignorarlo e di raccontare una russia come paese normale, non come il sanguinario aggressore che in realtà si è rivelato anche a noi miopi occidentali. Il giorno 26 Dicembre 2023, in una innocua trasmissione radiofonica su Radio Deejay, una delle maggiori radio generaliste e commerciali italiane, la banalità del male si è ripresentata.
Radio Deejay e la normalizzazione della russia
Pensiamo tutti di essere tanto intelligenti e arguti, e intanto non siamo nemmeno in grado di leggere un giornale o un qualche articolo di approfondimento per comprendere a fondo il male assoluto che la russia ha portato in Ucraina, semplice antipasto di quello che potrebbe essere se il criminale internazionale putin non verrà fermato quanto prima.
Breve premessa per chi leggerà questo articolo fuori dall’Italia: Radio Deejay è una delle più importanti radio italiane, forse la più importante emittente radiofonica privata, con un target di pubblico mediamente giovane. Quasi tutti i più bravi conduttori radiofonici italiani sono passati da qui e i suoi programmi sono letteralmente tra i più ascoltati nel mercato italiano. Questa premessa non fa parte di un complimento alla radio, ma è importante per dare il giusto valore a quello che è successo il pomeriggio del 26 Dicembre 2023.
Durante la puntata (potete trovarla qui in podcast sul sito di Radio Deejay, l’intervento di cui parleremo è intorno al minuto 49 della trasmissione) nel giorno di Santo Stefano del programma del duo radiofonico Andy e Mike (i conduttori radiofonici Andrea Marchese e Michele Mainardi) tra argomenti leggeri post pranzi e cene di Natale, una battuta divertente e qualche generico discorso tipico da intrattenimento festivo, come un fulmine a ciel sereno è arrivata la telefonata di un’ascoltatrice di origini russe (ma residente in Italia) e da lì per pochi ma interminabili minuti è stato come se la tragedia dell’invasione russa in Ucraina fosse tutto un gioco, uno scherzo, una cosa di poca importanza. Oppure che non fosse mai avvenuta. Tra battute su vodka e consigli su come preparare l’insalata russa ci è scappato da parte di uno dei conduttori un “grande madre russia” (come solo Papa Francesco pensavamo sapesse dire) e qui si è palesata tutta quella banalità del male di cui parlavamo. Scherzare sulla russia, fare finta che non stia succedendo niente è un’ulteriore pugnalata a quei milioni di ucraini che stanno resistendo contro i quotidiani bombardamenti dei criminali russi, uno sfregio verso le tante famiglie che in questa guerra hanno perso un parente o un amico, verso quelle persone che sono dovute scappare anche in Italia perchè la loro casa, in Ucraina, oggi non esiste più.
Come se non bastasse, tra una risata e l’altra è stato anche descritto il viaggio che l’ascoltatrice farà proprio per queste vacanze di Natale in russia, negli Urali, dove ha già prenotato una bellissima gita in slitta trainata da husky. Questo è il segno che nessuno in quel momento aveva compreso la reale situazione geopolitica del mondo attuale o si era mai fermato un minuto per riflettere su quello che sta accadendo alle porte della nostra Unione Europea. Pensiamo tutti di essere tanto intelligenti e arguti, e intanto non siamo nemmeno in grado di leggere un giornale o un qualche articolo di approfondimento per comprendere a fondo il male assoluto che la russia ha portato in Ucraina, semplice antipasto di quello che potrebbe essere se il criminale internazionale putin non verrà fermato quanto prima.
Su Radio Deejay è andata in onda la banalità del male, non è un’esagerazione dirlo, ed è una cosa imperdonabile.
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