“Guardando le donne guardare la guerra”. Il diario di Victoria Amelina, e noi
Il libro di Victoria Amelina è uno squarcio nella nostra comoda vita occidentale che ci mostra tutta la dimensione della guerra e ci fa apparire insignificanti
Il libro di Victoria Amelina è uno squarcio nella nostra comoda vita occidentale che ci mostra tutta la dimensione della guerra e ci fa apparire insignificanti
I dati super dell’export italiano verso i paesi ex sovietici come il Kirghizistan puzzano molto di triangolazione per bypassare le sanzioni alla russia. E fanno male prima di tutto a noi.
Qualcosa è cambiato. La russia brucia nei suoi punti più strategici, la russia oggi è uno spiedino alla brace che sta cuocendo lentamente ma inesorabilmente.
Il ritrovamento del corpo torturato della giornalista Viktoria Roshchyna è, se ancora ce ne fosse il bisogno di specificarlo, l’esempio pratico del differente trattamento nelle carceri russe ricevuto dagli ucraini rispetto ai dissidenti russi.
Gli incontri tra i leader all’interno della basilica di San Pietro in occasione dei funerali di Bergoglio sono un colpo da maestro diplomatico di Zelensky, una risposta all’imboscata della Studio Ovale.
Questo non sarà il mio 25 Aprile. Non c’è nessuna commemorazione della resistenza partigiana senza un forte segnale di vicinanza ai partigiani di Kyiv. Senza una presa di posizione forte in questi giorni non c’è futuro.
Il dramma dei bambini ucraini deportati in russia viene affrontato dal governo di Kyiv con il programma Bring Kids Back UA e necessita dell’aiuto di tutti noi.
La morte di Bergoglio serve anche a fare luce sull’ipocrisia italiana del supporto all’Ucraina. Sostenere Kyiv ma anche i suoi nemici non è un’opzione, è solo un cortocircuito neuronale che non fa bene a nessuno.
E’ tutto chiaro, la famosa bandiera bianca di Bergoglio non era per gli ucraini, ma per gli americani.
Questi sono al contempo gli anni del coraggio e della vigliaccheria più misera. Il coraggio di chi si oppone ad una resa e la vigliaccheria di chi se ne frega.