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Meloni, la sindrome di derealizzazione e i paesi dell’Est che nessuno vuole ascoltare

La sindrome di derealizzazione è un disturbo identificato dalla perdita del senso di realtà (nei confronti di cose, persone e del mondo esterno). Chi soffre di derealizzazione percepisce l’ambiente circostante a tratti estraneo, insolito e manifesta una non appartenenza a ciò che dice o ciò che fa.

All’indomani delle dichiarazioni del segretario NATO Stoltenberg sull’ipotesi sempre più concreta di utilizzo di armi occidentali sul suolo russo arrivano puntuali come la morte e le tasse le dichiarazioni dei politici italiani. Se su Salvini non avevamo dubbi e non ci stupiamo (è pur sempre il segretario dell’unico partito italiano che ha una collaborazione scritta con Russia Unita di putin), le dichiarazioni di Meloni riprese da tutti i media sono abbastanza deludenti e confuse se pensiamo a quanto si sia sprecata, almeno a parole, nel sostegno all’Ucraina da quando è Presidente del Consiglio. Nell’articolo de Il Sole 24 Ore che riprende le sue dichiarazioni citiamo “Non so perché Stoltenberg dica una cosa del genere. Bisogna essere molto prudenti. Sono d’accordo sul fatto che la Nato deve mantenere la sua fermezza, non deve dare segni di cedimento. Sono molte le dichiarazioni discutibili. Ricordo Macron. Io consiglio maggiore prudenza. È importante che la Nato continui a mantenere il sostegno all’Ucraina per raggiungere la pace“. E ancora “Penso che fermo restando che la guerra porta con sé sempre incognite mi pare abbastanza controproducente questo racconto allarmante per il quale l’Europa sarebbe sull’orlo di un conflitto più ampio“. Nel giro di poche righe è riuscita a dire una cosa, poi il suo esatto contrario e poi un’altra cosa ancora. L’affermazione che sarebbe allarmante dire che l’Europa sia sull’orlo di un conflitto più ampio, soprattutto dopo le recenti provocazioni russe ai confini baltici, con le varie pretese di modifiche unilaterali ai confini, marittimi e terrestri è a dir poco mancanza di senso della realtà. Derealizzazione appunto. Per tacer di Ucraina.

Bisogna ammetterlo, Meloni ha sempre tenuto la barra a dritta del suo governo sul sostegno a Kyiv e vista la composizione della maggioranza (composta dagli amici di lettone di putin e dai verdi-rosso-bruni leghisti) non era così scontato. Oddio non è che abbiamo poi fornito così tante armi ai difensori ucraini, ma non possiamo fargliene una colpa, non è che l’Italia negli ultimi anni abbia poi fatto chissà quale corsa al riarmo, i nostri magazzini me li immagino pieni di baionette del primo conflitto mondiale usate nella controffensiva di Vittorio Veneto, sicuramente molto utili contro gli austro-ungarici ma difficilmente opponibili ai missili balistici russi.
Dicevamo, almeno fino ad oggi a parole stava andando bene. Appunto, fino ad oggi. Affermare infatti che gli ucraini non possano colpire il suolo russo non è un gesto di coscienza per scongiurare l’allargamento della guerra fin qui da noi, è la condanna degli ucraini alla morte e al dolore, tanto ci sono abituati non è vero? E’ un cinico e irresponsabile aiuto a putin e al suo esercito. Sono frasi bagnate dal sangue ucraino, sono frasi irresponsabili, sono frasi di chi non conosce, non comprende o non realizza quello che è oggi il mondo: una casa già in fiamme dalle sue fondamenta. Negarlo è inutile e puerile.
La prossima volta, magari, chiederanno agli ucraini di utilizzare le armi occidentali contro loro stessi, per non disturbare putin.

Derealizzazione dell'Ovest, senso della realtà ignorato dell'Est

Se le istituzioni europee e i suoi leader più importanti faticano a capire cosa stia succedendo proprio al confine di casa nostra, allora sarebbe il caso di delegare la gestione della crisi ai paesi dell’Est Europa, ai baltici, agli scandinavi che paiono sull’argomento poter vantare maggiori credenziali e che conoscendo con chi abbiamo a che fare e forti di un senso della realtà inesorabile hanno già dato la loro disponibilità sia all’invio di truppe in Ucraina sia all’utilizzo di armi occidentali su obbiettivi militari in russia. E tutto proprio per scongiurare il pericolo più grande: fermare la russia ora per evitare una guerra in UE domani. Sanno benissimo che la russia, questa russia, può essere fermata solo con la forza e con la fermezza. Vanno sconfitti ora.
Ovviamente questi rimangono appelli inascoltati. Perchè? Perchè ci riteniamo superiori a loro, superiori culturalmente, superiori intellettualmente e diplomaticamente. Li riteniamo, in fondo, inutili. Sbagliando di grosso. Proprio i paesi che più recentemente sono entrati a far parte della UE sono il vero futuro dell’Europa, hanno potuto restaurarsi con efficienza e modernità, secondo gli standard di innovazione più alti, mentre noi, belli e abbronzati abbiamo alcune leggi e regolamenti che erano in vigore già ai tempi dell’Italia Regia dei Savoia. Però abbiamo “lu mare, lu sole, lu ientu” e ci sembra più che sufficiente. Siamo ridicoli. Facciamo pena.

Se la Finlandia già da anni sta costruendo rifugi antiaerei sotto i suoi condomini e palazzi pubblici ed insieme a Estonia e Lettonia hanno cominciato a costruire un muro divisorio lungo il confine russo, qualche motivo ci sarà. Non è una boutade, non è una cosa fatta così tanto per fare. Conoscono il pericolo e vogliono evitarlo, mentre noi, sordi ad ogni richiesta di ascolto ce ne freghiamo e spariamo solo un sacco di fesserie come solo chi non ha capito niente e non sa più riconoscere la realtà riesce fare.

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