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ucraina evoluzione di pensiero

Il mondo è cambiato, è l’ora di un’evoluzione di pensiero o siamo fritti

Il sommo Mario Draghi (e chi se non lui) presentando a Bruxelles le sue proposte per migliorare la competitività europea ha sferzato con durezza l’Europa: “la nostra organizzazione, il processo decisionale e i finanziamenti sono progettati per un mondo prima della guerra in Ucraina, prima del Covid, prima della conflagrazione del Medio Oriente“. Vivaddio.
Rassegniamoci, il mondo pre Covid e pre guerra in Ucraina non esiste più, è stato spazzato via dai regimi oppressori che delle nostre regole e della nostra diplomazia se ne fanno una grossa risata. Va bene, Mario Draghi parlava di economia e competitività commerciale, ma il discorso può essere ribaltato anche nella sfera della geopolitica e dei nostri schemi di ragionamento, che appartengono ad un’epoca fa, quella della pace indistruttibile, della pace a tutti costi.

La guerra è in arrivo anche da noi

la guerra è una cosa brutta, però vuoi mettere con i prezzi del carburante in salita? Che schifo.

In Europa, specialmente in Italia, siamo così cechi, sordi e muti da non capire che lo scontro con la russia sta arrivando veloce come un treno. Sarebbe interessante sapere da qualche psicologo se l’elemento scatenante di questa rimozione forzata delle evidenze sia dovuto semplicemente allo scarso acume, al disinteresse totale per ogni argomento geopolitico oppure per una infondata speranza, quasi cattolica direi, che ciò che stanno passando oggi gli ucraini non debba mai toccare a noi. Immagino che pensassero la stessa cosa a Kyiv il 23 Febbraio 2022.

Non riuscire a collegare i puntini che uniscono Hamas, Teheram, mosca, gli Houti dello Yemen e Pyongyang è da casi patologici, eppure sono sempre tante le voci che da ogni media e da ogni tribuna politica relegano la crisi della Terra Santa e la guerra tra Ucraina e Russia come semplici conflitti regionali. Che vuoi che sia, prima o poi finirà, noi intanto mandiamo qualche aiuto alimentare di qua e di là, chiediamo dei cessate il fuoco a caso e chi si è visto si è visto. No ragazzi davvero, non funziona così. Se tutti, ovvio, sperano che lo scontro militare tra superpotenze sia evitato, bisogna anche guardare alla cruda realtà dei fatti. L’asse russia-Iran-Corea del Nord (con la Cina a supporto non ufficiale, ma ormai abbiamo capito che sta più di là che di qua) ha spudoratamente aumentato la spesa militare a livelli non dico da guerra fredda, ma da guerra mondiale. L’economia russa sappiamo che si è già riconvertita ad economia di guerra e noi fatichiamo ad arrivare al 2% per le spese di difesa, anzi, ci auspichiamo che invece di aumentarle queste vengano ottimizzate e diminuite. Così parlò la segretaria PD Elly Schlein durante la conferenza di presentazione della campagna europea del Partito Democratico, che seppur con qualche colpetto di tosse almeno a parole mantiene intatto il supporto all’Ucraina contro l’aggressore russo. Figuriamoci cosa potrebbero dire quelli che vorrebbero abbandonare l’Ucraina. Oddio in realtà purtroppo lo sappiamo già.

Troppo poco e troppo in ritardo. Oggi questo sta causando troppe vittime innocenti in Ucraina, in un futuro non troppo lontano queste vittime saremo noi stessi. E allora alè di corsa a trovare il colpevole, chi non ha investito in deterrenza militare, chi ha fatto propaganda pro-putin, chi non ci aveva avvertito del pericolo. Ma la colpa sarà solo nostra, che non abbiamo voluto vedere, che siamo rimasti impassibili e un po’ scocciati dai crimini di guerra russi, perchè poverini, la guerra è una cosa brutta, però vuoi mettere con i prezzi del carburante in salita? Che schifo.

Evoluzione di pensiero, evoluzione di parole

L’evoluzione di pensiero deve essere la presa di coscienza che il mondo è cambiato e che questo tipo di diplomazia che ci ha permesso per anni di avere gli sconti sul gas è da rottamare

Ci vuole un’evoluzione del nostro pensiero, ci vogliono parole nuove, ci vuole la resa dei conti con la realtà. Facile no? Sono ovviamente ironico, sarà un’impresa ardua, ma cercare di interpretare i segnali di guerra che arrivano (direi non propriamente criptati) è il minimo impegno che possiamo profondere nella causa.
L’evoluzione di pensiero deve essere la presa di coscienza che il mondo è cambiato e che questo tipo di diplomazia che ci ha permesso per anni di avere gli sconti sul gas è da rottamare. Evoluzione di pensiero significa essere capaci di dire, ok tutto quello fatto finora è stato in buona parte sbagliato, riorganizziamoci, uniamoci, combattiamo per la nostra libertà futura e per quella ucraina, per le nostre democrazie. Evoluzione di pensiero è essere in grado di ammettere i nostri errori, di tirare una riga sul foglio con tutti i nostri scarabocchi e ricominciare seriamente a parlare delle cose che contano, di guardare al di là del nostro orticello. Abbiamo paura della guerra? Certo che ne abbiamo, ma fingere di non vederla e sperare che non ci toccherà mai è solo un riflesso infantile, una sgrammaticatura della nostra coscienza di privilegiati cittadini europei.

L’evoluzione delle parole è invece un altro concetto fondamentale per capire il presente e affrontare un futuro su cui si addensano nubi molto molto scure. Le nuove parole devono essere forti e intransigenti. Dobbiamo richiedere a gran voce ai nostri rappresentati politici di ARMARE L’UCRAINA ADESSO. Dobbiamo richiedere che gli investimenti nel settore della difesa siano aumentati, non diminuiti. Dobbiamo dire a tutti “attenzione, la guerra coinvolge anche noi”. Accantoniamo per un attimo gli “Slava Ukraini” per riempire di contenuti nuovi concetti di supporto al coraggioso popolo ucraino, aumentiamo il nostro impegno politico, spendiamoci per quello in cui crediamo, spendiamoci per la nostra e la loro libertà. Putin sta intensificando i suoi attacchi proprio perchè la nostra generazione, bella pacioccosa e pacifista ha preferito con il passare dei mesi disimpegnarsi dal supporto all’Ucraina. I nostri politici sono a Roma e a Strasburgo per servirci, per accogliere le nostre richieste. Chiediamogli ora di non essere ambigui, chiediamogli di guardare in faccia alla realtà delle cose prima che sia troppo tardi. La salvezza dell’Ucraina e della nostra Europa passa anche da noi, non sempre dagli altri. Che poi chi siano gli altri non l’ho mai capito.

Apriamo gli occhi ora, oppure potremmo perdere tutto

Nel 1981 Italo Calvino rilasciò un’intervista alla Rai in cui espose le “tre chiavi per affrontare il duemila”: imparare delle poesie a memoria,, molte poesie a memoria perchè allenare la memoria è importante; imparare a fare calcoli a mano, delle divisioni, delle estrazioni di radice quadrata per combattere l’astrattezza del linguaggio che ci viene ormai imposto; sapere che tutto quello che abbiamo ci può essere tolto da un momento all’altro.
Caro Italo, non conosco una sola poesia a memoria (tranne i primi versi de Il 5 Maggio di Manzoni), non ricordo ormai più come fare un solo calcolo a mano, figuriamoci l’estrazione di una radice quadrata. Ma sul fatto che domani potremmo perdere tutto, beh io quello l’ho imparato e ti prometto che farò il possibile per mettere tutti in guardia.

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