La Lituania è avanti. Si pensa a revoca della cittadinanza a chi sostiene la russia
Ormai se vogliamo capire come la nostra Europa stia progredendo in tempi di guerra dobbiamo volgere il nostro sguardo a Est. Non troppo a Est però, limitiamoci ai confini dell’Unione Europea e ai nuovi candidati ad entrarne a far parte, ovvero a quei paesi che la minaccia russa se la sentono sulla pelle da sempre. Non a caso al nostro Presidente Mattarella è bastata mezza visita in Moldova per lanciare gravi appelli per una soluzione rapida alla diffusione della propaganda russa.
Uno dei paesi sotto costante minaccia russa è la Lituania che per voce del suo Ministro degli Interni Agnė Bilotaitė sta, secondo un articolo di LRT (la RAI lituana), per presentare alcuni emendamenti per facilitare la revoca della cittadinanza lituana a chi in possesso del doppio passaporto e sostiene apertamente la russia nella sua aggressione all’Ucraina e all’Europa intera.
Sicurezza nazionale lituana e insicurezza nazionale italiana
Questi provvedimenti all’ordine del giorno in Lituana, sempre secondo il ministro Bilotaitė, servono a fornire lo Stato di strumenti opportuni per garantire la sicurezza nazionale. Sentito? In Lituania il sostegno alla russia è un problema di sicurezza nazionale mentre da noi, paese evidentemente arretrato su tali questioni, si pensa a tutelare chi propaganda la magnificenza russa, chi vorrebbe non sostenere più l’Ucraina, chi vorrebbe rimuovere le sanzioni nei confronti di mosca e chi utilizza il diritto sacrosanto della libertà di espressione per avvelenare l’opinione pubblica servendosi di balle spaziali costruite ad hoc. Si tutela chi gira per le manifestazioni con la bandiera dell’Unione Sovietica o direttamente quella russa, si tutela chi apertamente apre bocca ogni santo giorno per vomitare un sacco di fesserie su un argomento di cui nella migliore delle ipotesi non capisce niente e non conosce niente, quando non direttamente colluso con il potere tentacolare del cremlino che da noi spadroneggia.
In Italia invece che difendere la sicurezza nazionale si tutela l’insicurezza nazionale non facendo niente ed ignorando con una costanza quasi ammirevole l’elefante nella stanza della propaganda che, questo è ormai fuor dubbio, ha già azzoppato i partiti di Renew Europe nelle ultime elezioni europee e sta puntando ormai ad altre vittime più illustri.
Almeno proviamo a copiare dalla Lituania
Dato che in Italia siamo in periodo di esami di maturità, sarebbe utile provare almeno a scopiazzare qua e là le proposte lituane in tema di contrasto alla propaganda russa. Sempre secondo l’articolo di LRT “Il Ministero propone di privare i titolari di doppia cittadinanza della cittadinanza lituana se rappresentano una minaccia per la sicurezza dello Stato lituano, sostengono pubblicamente uno Stato straniero che minaccia gli interessi di sicurezza della Lituania e di altri Stati membri dell’UE e dei loro alleati, o sostengono o partecipano alle azioni di uno stato straniero che violano i principi e le norme legali internazionali“. In due parole: punire chi sostiene o partecipa alle azioni di uno stato straniero che violano i principi e le norme legali internazionali. Esatto, dovremmo metterci in testa che la russia ha violato qualunque norma legale internazionale possibile e immaginabile, anche quelle non ancora inventate. Dobbiamo capire che la russia è uno stato terrorista (termine stabilito dall’Unione Europea di cui facciamo parte, non dal club di Topolino) che ha calpestato la carta dei diritti dell’ONU, ha avviato un nuovo genocidio del popolo ucraino, ha commesso crimini di guerra ed il suo presidente è un ricercato internazionale. Ma soprattutto la quasi totalità del suo popolo, che vive spesso in condizioni che qui definiremmo da terzo mondo, sostiene tuttora putin più di quanto noi sosteniamo le nostre istituzioni democratiche.
Non osiamo nemmeno nei nostri sogni più proibiti di immaginare che domani i nostri politici si sveglino e mettano in carcere tutti i propagandisti Z di casa nostra. Certo lo speriamo, ma non ci crediamo davvero. Ma che almeno provassero a copiare un po’ dai nostri compagni di banco lituani, sono convinto che in nome di una buona causa ci lascerebbero dare un’occhiata ai loro compiti e, magari, anche noi potremmo riuscire a passare questo difficile esame.
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