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Siamo in guerra ma non lo sappiamo

Potremmo essere già in guerra, ma non ci interessa

Ovvero di come buona parte dei cittadini europei non abbia la minima idea del periodo storico che sta vivendo.

La guerra è in Europa, ma non lo vogliamo ammettere

La guerra oggi è in Europa, noi siamo in Europa, non siamo poi così lontani dal fuoco di prima linea come ci immaginiamo

Il 24 Febbraio 2022 all’alba è iniziata una nuova era per tutto il mondo, la ripresa delle aggressioni belliche nel cuore dell’Europa ha ribaltato tutte le nostre convinzioni acquisite in anni di pace e stabilità…ma solo per pochi giorni. Poi tutto è tornato normale e la guerra in Ucraina adesso, a poco più di un anno e mezzo dall’inizio del conflitto, è considerata da molti in occidente poco più di un fastidio. Eppure non è così.
Dopo i numerosi atti di solidarietà a tutti i livelli della società civile, dopo il disorientamento iniziale, tutto è ritornato nei binari della quotidianità, le notizie sulla guerra sono diminuite (si va verso uno scontro a “bassa intensità” dicevano…bassa sicuramente per noi cittadini dell’Unione Europea, ditelo a chi respinge ogni giorno centinaia di assalti russi in Ucraina), sono arrivate le vacanze, abbiamo tolto la mascherina che tanto il Covid era solo un ricordo e forse non c’è mai stato. E abbiamo letteralmente abbandonato donne e uomini in Ucraina a combattere una guerra di difesa dei valori occidentali di libertà e democrazia per conto nostro, chiedendo anche all’occidente di rinunciare alla fornitura di armi all’Ucraina in nome di un insensato pacifismo. La guerra oggi è in Europa, noi siamo in Europa, non siamo poi così lontani dal fuoco di prima linea come ci immaginiamo.

Chiedete a parenti e amici

Provate per una volta a chiedere ai vostri amici, ai vostri parenti o ai vostri colleghi di lavoro cosa ne pensano della guerra, se sanno a che punto sono le operazioni della controffensiva ucraina, se conoscono eventi o battaglie simboliche. Nel migliore dei casi la risposta sarà un lungo vuoto silenzio, nel peggiore una qualche bestialità pescata a caso tra la propaganda russa che invade ogni media in circolazione nel nome di una illogica parità di condizioni di informazione (se parla un ucraino è bene che esponga le sue ragioni anche un russo. Dio perdonami).
La disinformazione mediatica è massima e il disinteresse verso la guerra di Ucraina tra le bravi genti d’occidente ha superato la linea rossa dell’escalation dell’imbarazzo. Eppure le parole del criminale internazionale putin e dei suoi sottoposti verso noi occidentali e verso il nostro stile di vita “deviato”, “demoniaco” e “drogato” sono pubbliche e davanti agli occhi di tutti. Ma ci pensino gli ucraini. Cosa vogliono da noi.

Le colpe degli altri

Cosa succederebbe se domani i governi dell’Europa occidentale dicessero ai propri cittadini la verità nuda e cruda? Che in questa guerra ci siamo dentro anche noi

Ma per quanto indifendibili siano i media con i loro gossip ed una classe politica che preferisce trattarci come bambini (come peraltro meritiamo) nascondendoci i pericoli incombenti sul nostro continente per evitare di vederci uscire di testa come galline impazzite, i veri colpevoli siamo tutti noi cittadini dell’Unione Europea (ovviamente non tutti, mi avete capito) che dettiamo l’agenda politica ai governi in carica e decidiamo quali notizie devono essere messe in primo piano sui media e quali possono tranquillamente essere nascoste.
Vogliamo sapere quando il prezzo della benzina scenderà e quando i tassi d’interesse sui mutui variabili caleranno, ma non ci interessa davvero sapere perchè siano saliti, perchè l’inflazione ha ridotto nel giro di un anno del 30% il nostro potere d’acquisto, non chiediamo mai qual è la ragione vera dell’aumento dei costi di elettricità e gas. O meglio, di CHI è la colpa. E se non lo chiediamo, vuol dire che non vogliamo saperlo.

Cosa succederebbe se domani i governi dell’Europa occidentale dicessero ai propri cittadini la verità nuda e cruda? Che in questa guerra ci siamo dentro anche noi, per ora fortunatamente senza essere bombardati e senza mobilitazione militare, ma che per evitare che ciò accada dobbiamo spingere sull’acceleratore e fare in modo che la linea del fronte arretri fino al confine con la russia?

La russia spinge sui nostri confini

E se la russia dello stragista putin arrivasse attraverso l’Ucraina fino ai confini con gli stati baltici, la Polonia, la Romania e l’Ungheria? Se domani fosse l’Unione Europea sotto assedio? Ci troveremmo sicuramente impreparati, soprattutto a livello psicologico. Non credo che la nostra resistenza mentale possa essere minimamente paragonata a quella del popolo ucraino che sta resistendo con orgoglio ed una forza che in Unione Europea nemmeno ci sogniamo di possedere.
Non siamo preparati a nulla, non sappiamo quasi nulla e viviamo nella speranza che nulla mai cambierà per noi (per gli altri chi se ne frega). Eppure gli strumenti per informarci li abbiamo tutti e sono i più potenti che la civiltà abbia mai avuto in dotazione. Abbiamo internet su cui possiamo leggere notizie di diverse fonti e valutare quali sono le migliori, possiamo acquistare tutti i libri che vogliamo ad un prezzo contenuto solo con un click, possiamo vedere in diretta cosa sta succedendo in Ucraina. Però non lo facciamo. Qual è quindi il nostro problema? I nostri nonni nella prima parte del ‘900 hanno passato ben due guerre mondiali, perchè a loro è capitato e a noi risulta impossibile che ciò accada?

Tutte le guerre iniziano con la gente al ristorante

Per ogni guerra, anche quelle ormai annunciate da giorni, esiste un reportage giornalistico del giorno dopo in cui si dice “la città stava vivendo normalmente, i bar e i ristorante erano pieni, la gente cenava e beveva mentre sono risuonate le prime sirene di allarme aereo“. A Kyiv la notte tra il 23 ed il 24 Febbraio 2022 è successo esattamente così. Come successe per le strade di Belgrado o di Zagabria ad inizio anni 90 nella guerra che sbriciolò l’ormai ex Jugoslavia.
Proprio per evitare che questo succeda anche a Milano, Roma, Parigi, Londra, Bruxelles è necessario non essere stanchi di rimanere al fianco del popolo ucraino, è necessario prendersi qualche minuto nella nostra giornata per leggere e studiare quello che sta succedendo appena fuori dai confini della nostra Unione Europea. Dobbiamo investire il nostro tempo e le nostre risorse per continuare a sostenere l’Ucraina fino alla sua vittoria, con ogni mezzo a nostra disposizione. Ricordandoci sempre che il lavoro sporco, quello che mette in gioco la vita ogni giorno, la stanno facendo gli Ucraini, al posto nostro.

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