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anpi 25 aprile cessate il fuoco ovunque

Partigiani italiani confusi e dove trovarli

Che l’ANPI per mezzo del suo presidente Pagliarulo abbia, in questi oltre due anni di invasione russa, mantenuto una posizione che dire ambigua è un complimento è sotto gli occhi di tutti. Dopo oltre due anni di grande guerra sul suolo ucraino le ambiguità sono rimaste, il pensiero non si è evoluto e le idee sembrano sparite. Viene proprio da dire che i partigiani italiani sono tutti morti.

Pietà l'è morta e s'è portata dietro tutti i nostri partigiani

Non voglio infierire su Pagliarulo, lui alla fine ha le sue idee che sono comuni ad una buona fetta di popolazione (per fortuna minoritaria) del paese). E se l’ANPI, nonostante il suo presidente, ha ancora un seguito ed un sostegno (nonostante stia perdendo pezzi qua e là, come Cenati a Milano) vuol dire che i suoi affiliati in fondo sono d’accordo con le sue parole ed il suo palpabile antioccidentalismo.
Vuol dire che sono d’accordo con la sua affermazione che “Il papa è l’unica voce autorevole che rinvia a una visione realistica delle cose” e che “La linea delle sanzioni e delle armi è fallita” (intervista a Il Manifesto).
Gli iscritti all’ANPI sono stati quindi d’accordo su quando nel Febbraio del 2022 disse che la resistenza italiana e quella ucraina non avevano nulla da spartire (salvo poi fare marcia indietro qualche giorno dopo). Buon per loro comunque, vuol dire che staranno dormento sonni più tranquilli dei miei (e dei vostri immagino), probabilmente non si accorgono del pericolo imminente che aleggia sopra le nostre teste e che, purtroppo, si è già schiantato con violenza su quelle del coraggioso popolo ucraino.

Ho detto che non volevo infierire sulla figura di Pagliarulo come presidente di ANPI, ma lo sto facendo. Me ne scuso e smetto subito. Rimane un fatto, l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia è contraria alla fornitura di armi all’Ucraina, lo è sempre stata e lo sarà sempre. E’ un po’ come se i nostri eroici partigiani fossero insorti a Milano il 25 Aprile 1945 lanciando contro i nazifascisti mozzarelle, manici di scopa e melanzane perchè gli alleati, seguendo il consiglio del Pagliarulo di turno, si erano rifiutati di armare la resistenza italiana (e credetemi, invece l’hanno armata proprio come si deve). Immagino che la liberazione d’Italia dall’invasore avrebbe avuto un finale molto diverso e molto più amaro.

Sarà che tutti i partigiani attivi nel 1945 e che hanno subito l’occupazione nazifascista sono ormai all’altro mondo, sarà che i loro discendenti non hanno mai visto una guerra neanche in TV, sarà che l’ANPI ha da sempre assecondato più quella fazione di partigiani che furono finanziati dal partito comunista fingendo di dimenticare che la resistenza italiana fu trasversale nelle sue correnti politiche, sarà che in questi ambienti c’è sempre una maggior fascinazione per l’antioccidentalismo. Saranno tutte queste cose, ma è molto probabile che chi ha combattuto i nazifascisti in Italia in condizione di clandestinità ora si starà rigirando nella tomba.

Il 25 Aprile e gli slogan da oratorio

Come se non bastasse sta arrivando il 25 Aprile, il giorno fatidico in cui si celebra la liberazione d’Italia, il giorno in cui l’ANPI, come tutti gli anni, risplenderà come un diamante brillantissimo con le sue manifestazioni ed i suoi slogan.
Per la manifestazione Milano è stato scelto lo slogan…rullo di tamburi…”cessate il fuoco ovunque“! Niente, non ce la fanno proprio ad avere un’evoluzione di pensiero, un salto in avanti. Qui siamo rimasti indietro di cent’anni. Simpaticissimo che, dopo le polemiche suscitate per la scelta di queste parole e per la loro ambiguità, proprio il presidente di ANPI ad ANSA abbia ribadito “Non è solo ‘cessate il fuoco’, ma lo chiediamo ‘ovunque’. È importante evidenziarlo.” Una spiegazione che non fa una piega. Ovunque, capito bene? Ovunque!!!

Nella scuola elementare del mio piccolo paese tempo fa sono stati esposti dai bambini una bandiera della pace e uno striscione con scritto “Pace. Basta guerre”. Finora non mi ero ancora reso conto di come questi pargoli dai 6 ai 10 anni di età fossero riusciti ad esprimere la stessa profondità di pensiero di ANPI. Bravissimi!

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