UE, per combattere la propaganda caccia fuori la grana!
La presunta superiorità della propaganda russa in Europa (e soprattutto in Italia) non è solo una questione di algoritmi o di regolamentazioni. E’ una questione di soldi, che l’Unione Europea non vuole scucire.
Propaganda russa fatta con i rubli, quella europea con il volontariato
I regolamenti per responsabilizzare le grandi piattaforme (Meta e X) come l’ultimo Digital Services Act sono belli, bellissimi, addirittura utili, ma non sono armi efficaci nell’immediato, non stanno limitando la disinformazione russa che sui social galoppa come un purosangue lipizzano. La riprova è stato l’assalto di bot e troll di ogni tipo su X per addossare all’Ucraina le colpe dell’attentato dell’ISIS al Crocus City Hall di mosca. E questo genere di propaganda la troviamo non solo su X, ma anche sulle piattaforme social di Meta e, purtroppo, anche alla luce del sole sui media italiani.
Certo, mi direte voi, il DSA è in vigore da Febbraio 2024, lasciamolo lavorare. Ok, però conosciamo le tempistiche pachidermiche dei regolamenti UE che prima di mostrare i risultati impiegano mesi, quando non anni, ma le elezioni europee sono dietro l’angolo, già in questo Giugno.
Cosa fare quindi? Abbiamo già perso? Gettiamo la spugna?
No, questo mai. Però c’è bisogno di un cambio di passo e di una presa di coscienza che i criminali si puniscono sì con la legge, ma si fermano con le loro stesse armi. Le istituzioni europee non possono come al solito appaltare il lavoro alla buona volontà dei soliti martiri che cercano di combattere la propaganda russa colpo su colpo online, non possono pensare che saranno i singoli attivisti a fermare questa ondata di letame che puzza di rublo fresco di stampa. Bisogna supportarli e armarli di strumenti ed incentivi.
Fuori i soldi!
Il caso del tour del film russo di propaganda “Il testimone” che ha impestato mezza Italia è il simbolo che qualcosa a livello istituzionale non sta funzionando. Nessun meccanismo politico si è messo in moto per fermare queste oltraggiose proiezioni, tutto è stato scaricato sulle associazioni ucraine e gli attivisti che hanno dovuto sollecitare con forti pressioni le amministrazioni locali per poterci mettere una bella pezza e limitarne i danni che sarebbero potuti essere ben più gravi. Ma non è finita qui, ora che è disponibile il documentario premio Oscar 20 Days in Mariupol per controbattere alla propaganda russa ci saremmo aspettati una distribuzione capillare almeno all’interno dei comuni italiani. Invece anche in questo caso niente, il vuoto pneumatico di iniziativa da parte delle istituzioni italiane. Tanto ci penserà qualche associazione.
No, non funziona così, non dovrebbe essere così. Non lasciateci soli! Cari amici dell’Unione Europea, volete davvero combattere la propaganda e la disinformazione russa e non essere travolti da fascismi e populismi vari alle elezioni? Bene è ora di mettere mano al portafogli e investire in una rete di diffusione di propaganda occidentale operativa sul campo.
Ora servono soldi, Euro sonanti e fruscianti per costruire una infrastruttura che possa intasare il web di contenuti che racchiudano i nostri valori, che diffondano la verità. Non possiamo limitarci a combattere le fake news dicendo “sono solo bugie non credeteci”. E’ un gioco al ribasso in cui non potremo mai e poi mai vincere. Investiamo in contenuti, investiamo in diffusione di notizie, investiamo nelle persone.
Ora o mai più
Il momento di farlo è ora. Non domani, OGGI. Europa spendi un po’ di soldi per costruire un vero e proprio IT Army informativo fatto di attivisti seri ed impegnati, di persone che credono nei nostri ideali di libertà, giustizia e verità. Dei veri e propri propagandisti sul campo. Certo la parola “propagandisti” va venire la pelle d’oca, ma qui parliamo dei NOSTRI propagandisti. Di queste persone ce ne sono tante, bisogna solo valorizzarle, non solo dicendogli “grazie”, ma concretamente. Anche a rischio di sembrare veniale, è tutta una questione di soldi e di come questi vengano spesi. I dati dell’operazione russa Maidan-3 di disinformazione per destabilizzare l’occidente intero ormai sono di dominio pubblico e gli investimenti fatti per raggiungere gli obbiettivi sono di gran lunga superiori al miliardo di dollari. E bisogna ammetterlo, sta funzionando, specialmente qui in Italia. E non sta funzionando perchè “storicamente l’Italia è un paese filorusso”, sta funzionando perchè ci hanno riversato cifre per noi inimmaginabili.
Allora cara nonna Europa, apri la borsetta e tira fuori i soldini. Non c’è più tempo da perdere.
Chiariamo la cosa una volta per tutte. L'Ucraina è una e indivisibile. Per il nostro bene. Non ascoltiamo le rivelazioni di imprecisate fonti diplomatiche che fanno solo il gioco di putin.
Il caso dei bambini ucraini orfani è il tipico caso di westplaining, dove gli unici a non aver diritto ad una voce sono proprio loro, i bambini ucraini.
Facciamo un salto nel futuro: la guerra in Ucraina è finita e per Kyiv cominceranno i lavori diplomatici per l'accesso a UE e NATO. Ma la strada giusta sarebbe forse una soluzione in stile Israele.
Le istituzioni funzionano. Le nostre richieste a Unione Europea e Ministero degli Esteri hanno portato l'AGCOM ad intimare a Youtube e X di vietare la diffusione del documentario di Russia Today.