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bandiera ucraina

La moda della bandiera palestinese e noi irriducibili demodè con quella ucraina

Se in Duomo a Milano appare una maxi bandiera palestinese (per pochi minuti va detto), a Bologna il sindaco Lepore la appende ad una finestra del palazzo comunale e a Roma si discute se esporla o meno ci viene un dubbio: ma questi ci sono o ci fanno? Il discutibile fascino dell’ultima moda in fatto di guerre, come temevamo, ha fatto passare in secondo piano la bandiera che oggi racchiude tutte le ventisette stelle dell’Unione Europea, quella gialloblu ucraina.

Gli attivisti ucraini non meritano nulla a quanto pare

Eppure la guerra in Ucraina che ci ha unito indistintamente per ben due settimane (sono amaramente ironico) nel 2022 è ancora lì, più feroce che mai. Dopo il 7 Ottobre e l’attacco di Hamas a Israele certo pensavamo che qualcosa sarebbe cambiato, il vento già tirava da tutt’altra parte ad essere onesti, ma non ci saremmo mai aspettati questa nuova deriva populista ne tantomeno questo disgustoso rigurgito antisemita così forte da far dimenticare ai soliti sbadati le violenze, gli stupri, i massacri subiti quotidianamente dal popolo ucraino.

Tutto questo non ha un senso, le posizioni ideologiche non basate su fatti e su ragionamenti della nostra politica hanno dato il via libera ai fessi propal che hanno infiammato le piazze italiane fino a poco tempo fa, spesso con infame sfacciataggine come in occasione delle manifestazioni contro Israele del 24 Febbraio, il giorno in cui tutte le piazze dovevano essere ucraine. Qualcuno vi ha poi spiegato cosa c’entravano i cortei propal nel giorno del 24 Febbraio se non a suggellare una silenziosa alleanza con la russia di putin in nome del solito vecchio, becero e anacronistico antiamericanismo da PCI degli anni 90? Se la politica fomenta queste forme di esibizionismo dei soggetti più esagitati della nostra società, allora non lamentiamoci delle conseguenze. Dei blocchi nelle università, del risveglio del sentimento antiebraico e infine della giustificazione della violenza e del sostegno a dittatori e autocrati, purchè antiUSA.

E chi ne paga le conseguenze di tutto questo delirio? I soliti stratosferici attivisti ucraini di tutta Italia che dal 24 Febbraio 2022 hanno resistito e continuano a farlo senza rompere le scatole a nessuno, senza creare scompiglio, senza fare danni. Subendo le attività di propaganda filorusse, dovendo condividere le piazze con chi provocatoriamente scende in strada con le bandiere dell’Unione Sovietica. Accettando che all’interno delle città italiane, spesso in sale pubbliche, vengano proiettate le peggiori schifezze di propaganda putiniana. In silenzio, con dignità, portano alta la loro bandiera che in due colori racchiude tutti i valori dei nostri tempi moderni: i valori dell’Europa, i valori della democrazia, della libertà, dell’autodeterminazione. E mai nessuno che dall’alto della sua carica proponga di esporre il vessillo di Kyiv su un palazzo comunale (resiste, indomito, che io sappia, solo a Lecco). Mai.
Ma come sappiamo, dopo un anno la moda cambia e non servono argomenti razionali per seguire le nuove tendenze. Non serve sapere che Hamas è considerata anche qui in UE ufficialmente un’organizzazione terroristica, non serve a nulla considerare che la reazione di Tel-Aviv è anche figlia del progetto di distruzione totale di Israele iscritto nero su bianco nell’atto di costituzione di Hamas. Non serve considerare che i vertici di Hamas siano di casa al Cremlino e siano sostenuti da Teheran. Per tacere degli orrori del 7 Ottobre. Non serve niente a nulla. La moda è questa. Amen.

E non ditemi “Eh ma Gaza eh ma il genocidio”. Perchè in Ucraina da anni, a pochi chilometri da casa vostra, davvero a pochi, si sta consumando la più grande tragedia dal 1945 ad oggi. E prosegue, ogni giorno. Ma non vedo più nessun minimo gesto di vicinanza a questo popolo che ha come uniche colpe quella di essere confinante con un’altra organizzazione terroristica, lo stato fallito russo, e quella di volere essere europei. Come noi. Come voi.
Quindi, cari sindaci, politici, assessori comunali e chiunque sieda lì sugli scranni del potere (dal più alto livello istituzionale al più misero dei comuni italiani), fate una bella cosa, rendete onore al merito a chi sta combattendo questa guerra anche per voi ed esponete fieramente vicino alle bandiere italiana ed europea anche la bandiera ucraina. Fatelo ora, perchè sono proprio questi i tempi difficili che richiedono scelte coraggiose. Fatelo ora, perchè è questo uno dei momenti cruciali della storia. Domani sarete già fuori tempo massimo, la storia vi avrà superati e sepolti.

Io, da parte mia, rimango convintamente demodè, con la mia bandiera gialloblu che, guarda caso, sono anche i colori della nostra vecchia bandiera europea. Colori di casa, un riparo sicuro dalle mode e dalle stramberie dei soliti pericolosi influencer politici.

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