Gergiev e la morte dell’Italia
Gergiev in Italia non è un caso, è un disastro politico e culturale.
Gergiev in Italia non è un caso, è un disastro politico e culturale.
“Sono per l’Ucraina ma…” sembra essere il mantra della quasi totalità di politici e attivisti italiani, avvolti in una stagnazione di pensiero che non li fa andare oltre il già detto ed il già sentito.
Giù la maschera Navalnya! In una recente intervista ha dichiarato che la Crimea “de facto” è russa. Una bella lezione anche per tutti i seguaci italiani (e non) dei russi buoni.
La nuova campagna pubblicitaria di Russia Today ha inferto forse il colpo fatale ad una città che già da tempo è ormai caduta in mano ai russi. Tra eventi, concerti, proiezioni di documentari sanzionati, film di propaganda e altre amenità varie la città non è riuscita a dare il minimo segno di reazione. Forse a chi la amministra va bene così.
La politica dei cuoricini si è sottomessa alla propaganda antioccidentale. Ora non si sorride più se il regime teocratico di Teheran viene messo alle corde, ma si addossano le colpe ad Israele. Quando succederà anche per l’Ucraina?
Boom del turismo russo in Italia nel 2025. Un segno dei tempi, un segno del degrado dei nostri valori morali. Perchè in fondo dei rifugiati ucraini e del pericolo russo non importa proprio a nessuno.
Nel giorno che sta sconvolgendo la guerra e ribaltando le gerarchie sul campo la RAI fa una mossa che solo…
La notte del 28 Maggio la guerra è arrivata ufficialmente in russia, ma pare che nessuno se ne sia accorto.
Zelensky ha ragione: il silenzio (e le azioni aggiungo io) degli USA e del resto del mondo stanno incoraggiando putin a continuare la guerra in Ucraina. USA ed Europa non riescono ad essere incisive perchè si sono sempre dati risposte sbagliate a domande sbagliate.
Con Trump abbiamo giocato e ci siamo divertiti. Ora basta perdere tempo, facciamolo per gli ucraini e facciamolo per noi.