Possiamo tornare a lavarci: Unilever esce dalla russia
Unilever con due anni di ritardo esce dalla russia dopo le forti pressioni a cui sono stati sottoposti. E sul sito brandizza già il suo marchio DOVE con la bandiera ucraina.
Unilever con due anni di ritardo esce dalla russia dopo le forti pressioni a cui sono stati sottoposti. E sul sito brandizza già il suo marchio DOVE con la bandiera ucraina.
Il report di META del secondo trimestre 2024 mette in evidenza alcuni dati interessanti su come agisce e quanto spende la propaganda russa online. E non ci sono buoni segnali.
Chiariamo la cosa una volta per tutte. L’Ucraina è una e indivisibile. Per il nostro bene. Non ascoltiamo le rivelazioni di imprecisate fonti diplomatiche che fanno solo il gioco di putin.
Per comprendere la resistenza ucraina e la guerra intrapresa da Israele dovremmo dare più ascolto alle parti in causa e immaginarci di vivere per decenni (o centinaia di anni) con un vicino di casa che vuole il nostro annientamento.
Facciamo un salto nel futuro: la guerra in Ucraina è finita e per Kyiv cominceranno i lavori diplomatici per l’accesso a UE e NATO. Ma la strada giusta sarebbe forse una soluzione in stile Israele.
Un sondaggio di SWG per LA7 mostra che la maggioranza degli italiani approva l’utilizzo delle armi italiani in russia, al contrario di ciò che affermano i nostri esponenti di governo.
Dopo l’approvazione del parlamento UE della risoluzione sull’uso delle armi occidentali in russia, il governo italiano sta ora violando l’articolo 11 della costituzione italiana.
Il libro Splendore e Viltà di Erik Larson sembra scritto oggi in riferimento alla guerra in Ucraina. Metti Zelensky al posto di Churchill, Putin al posto di Hitler e Biden al posto di Roosvelt ed il gioco è fatto.
L’avvicinamento ad un ipotetico campo largo per sconfiggere la destra sta disintegrando Azione e Italia Viva gli unici partiti che sostenevano apertamente l’Ucraina.
Durante la conferenza stampa del 9 Settembre 2024 il presidente dell’assemblea generale delle Nazioni Unite Dennis Francis ha confermato la morte cerebrale dell’ONU dichiarando che “non possiamo costringere la russia a rispettare il diritto internazionale”.