War & Sanctions, le aziende considerate dall’Ucraina sponsor della guerra
Dall’inizio dell’invasione su vasta scala della russia ai danni dell’Ucraina abbiamo sentito spesso parlare di sanzioni e sponsor della guerra, senza però mai conoscerne bene i dettagli e soprattutto quali sono le aziende e le persone sanzionate e per quale motivo.
La scarsa informazione spesso ha contribuito a favorire una narrazione di sponda filo-russa, considerando le sanzioni inutili e la definizione di un soggetto come sponsor della guerra in Ucraina una cosa meramente decorativa. Non è così. Le sanzioni fanno male alla russia (molto male anche se cerca di aggirarle) e le aziende sponsor della guerra avranno quantomeno in ritorno di immagine e di investimenti decisamente preoccupante in occidente, soprattutto quando questa guerra avrà termine.
Il governo ucraino ha pubblicato il sito “War & Sanctions” dove evidenza quali sono le sanzioni e quali i soggetti sanzionati e considerati sponsor di guerra. Questo database bisogna tenere presente che è esclusivamente stilato da parte ucraina, in quanto ogni nazione ha la sua autonomia sulla definizione delle sanzioni. Il suo scopo principale è di dare maggiori informazioni agli alleati dell’Ucraina per future indagini e provvedimenti su questi soggetti (persone e aziende).
Quali sono le aziende sponsor della guerra per l'Ucraina?
La lista presenta nomi altisonanti, tutte aziende che nonostante l’aggressione non hanno smesso di fare affari in russia e dopo tanto tempo e tante atrocità continuano con il loro business.
Bisogna sottolineare che molti colossi con fatturati importanti hanno subito abbandonato il mercato russo nei giorni seguenti all’invasione dell’Ucraina, quindi continuare a fare affari in russia al giorno d’oggi è sinonimo di cinismo e supporto a questa guerra che viene finanziata anche con le tasse che queste aziende pagano in russia.
Tra le imprese italiane in questa lista di sponsor internazionali della guerra troviamo Danieli SPA (colosso metallurgico) e Buzzi Unicem (leader nel mercato del cemento), ma fanno notizia alcuni nomi altisonanti:
Mondelez International (food and beverage, tra i suoi marchi spiccano Oreo, Milka, Toblerone, Cipster, Fonzies e tanti altri), P&G (prodotti di largo consumo come Gilette, Braun, Viakal, Swiffer e altri ancora), la catena di articoli per il bricolage e la casa Leroy Merlin e la catena di supermercati Auchan.
Anche Unilver che possiede tra i maggiori marchi di prodotti che troviamo ogni giorno nei nostri supermercati è entrata a fare parte di questa poco invidiabile lista. Alcuni tra i prodotti di Unilever sono Axe, Badedas, Cif, Dove, Glysolid e tanti, tanti, tanti altri.
Boicottare le aziende sponsor della guerra
Sulla pagina degli sponsor internazionali della guerra di War & Sanctions troverete la lista completa di queste aziende.
Il governo ucraino invita a boicottare queste aziende non acquistando più da loro, ma ovviamente non è una imposizione, deve essere la coscienza di ognuno a decidere cosa crede possa essere meglio. Nei paesi scandinavi ci sono già diversi movimenti della società civile sulla questione. Anche il sito B4Ukraine che si occupa di monitorare e tracciare le attività delle compagnie che non si sono ancora scollegate dal business in russia tiene monitorata la situazione.
Ikea Svezia sta ritirando i prodotti Mondelez dai suoi scaffali, in contrasto con l'azienda considerata sponsor della guerra.
Yellow Blue è un'impresa nata a poche settimane dall'inizio del conflitto per sostenere con i ricavi l'Ucraina nel resistere all'invasore russo.
Stoli Group continua a sostenere l'Ucraina nella sua guerra con donazioni e la produzione di una bottiglia di vodka celebrativa in onore dell'Ucraina
B4Ukraine opera a livello internazionale per spingere le aziende occidentali ad uscire dal mercato russo, finendo di pagare tasse ai criminali internazionali del cremlino